Mbappé e Thuram, figurine in soccorso a macron

· 17 Giugno 2024


Cari ascoltatori, stasera vorrei parlare con voi di due importanti politologi contemporanei eredi della migliore tradizione dell’illuminismo francese, Kylian Mbappé e Marcus Thuram. Esatto, l’attaccante dell’Inter e la stella del Paris Saint-Germain in procinto di trasferirsi al Real Madrid.

Ne parliamo perché sono loro i due nuovi maître à penser della gauche perbene, indignata dalla possibilità che alle imminenti elezioni in Francia il popolo scelga il partito di Marine Le Pen Rassemblement national, quindi il centrodestra, peraltro ormai alleato con almeno metà dei gollisti. Il primo a manifestare il suo pensiero è stato l’attaccante dell’Inter: ha detto che bisogna opporsi, che il calcio può unire tutti, ha aggiornato il concetto di frase fatta. Poi, a rinforzo, è arrivato Mbappé.

Mbappé si è appellato alle nuove generazioni, perché ci sono gli estremisti alle porte del potere e noi tutti possiamo cambiare le cose. Ma dev’essersi confuso, perché cambiare le cose, rispetto all’andazzo in scena in Francia e in Europa nell’ultimo decennio, significherebbe votare Le Pen. Ma ci stiamo spingendo troppo avanti, come se il discorso di Mbappé potesse essere preso sul serio.

Queste due starlette della nazionale francese hanno fatto la loro dichiarazioncina politicamente corretta, un post su X, una pallida operazione di marketing buonista quotidiana: adesso possono tornare ad allenarsi. D’altro canto crediamo che nella realtà loro non si scontrino affatto con le ragioni che hanno portato il popolo francese a dare il 32 per cento al Rassemblement national. Immaginiamo che non abitino in case a bassa classificazione energetica che le eurofollie vorrebbero obbligare a rinnovare costringendoli a spendere soldi che non hanno. E immaginiamo che neppure abbiano il problema di cambiare l’auto elettrica, in garage ne avranno una decina, di auto elettriche (fra l’altro per la gioia della Cina). Immaginiamo anche che non vivano in banlieue dove non c’è parvenza di Stato di diritto ma vige la sharia di fatto. Immaginiamo che non soffrano il problema della delocalizzazione industriale, dell’immigrazione non gestita.

Il fatto è che Kylian Mbappé e Marcus Thuram non hanno alcun motivo per votare le Pen, perché vivono in una loro bolla iperprivilegiata. Non sono neanche dei Maradona, certamente non in campo ma nemmeno politicamente: Maradona, con la sua retorica qualunquista, pauperista, terzomondista, con il tatuaggio di Che Guevara al braccio, a modo suo almeno contestava o si illudeva di contestare un sistema, ed era comunque un irregolare nella vita, a un certo punto addirittura un desperado. Mbappé e Thuram, invece, sono solo due patinate figurine del mainstream che hanno interpretato un scenetta richiesta dal loro salotto. Per favore, tornate a giocare a calcio e lasciateci in pace.


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