Salvini: “Centrodestra Unito. E mai più cazzotti…”

· 14 Giugno 2024


È venuto a trovarci Matteo Salvini per una chiacchierata “speciale”. “Sono appena tornato da un incontro con l’amministratore delegato di Pedemontana Lombarda, su strade, autostrade e ferrovie stiamo accelerando, stiamo finanziando, stiamo aprendo cantieri, abbiamo tante partite aperte”: Salvini, andate ad ascoltare l’intervista, non la prende larga ma addirittura a rovescio, cioè parte a parlare della pedemontana perché è un lavoro del suo Ministero ed è anche quello che stava facendo mezz’ora prima di arrivare da noi. Dalla variante di Tirano ai temi generali, nazionali ed europei: “Il processo a mio carico per aver fermato gli sbarchi? Sembra un telefilm poliziesco di vent’anni fa… Vada come vada, non fermerà il lavoro che stiamo facendo. Io sostengo che aver bloccato gli sbarchi, contrastato il traffico di esseri umani, protetto i confini italiani non è stato un reato, ma è stato l’assolvimento del mio dovere come Ministro”.

Certo, c’è l’Europa da cambiare: “Il voto ha dato un responso chiaro, se ne sono accorti tutti tranne la Von der Leyen. E il riflesso lo vediamo al G7, dove oggi vengono trattati i temi della famiglia e della pace da parte del Santo Padre con assoluta lucidità e schiettezza”. E la Francia? “Macron sembra in vena di fare i dispetti, in particolare a Giorgia, ma alla fine se li fa da solo. Ieri ero con Marine Le Pen a Bruxelles, il voto francese di fine mese potrebbe dare un risultato storico, una maggioranza parlamentare di centrodestra, identitaria ma non estremista. Perché di tutto si possono accusare Le Pen e Bardella fuorché di essere estremisti. Se il voto andrà come sembra sarà chiaro che la Lega, i francesi e gli italiani hanno capito qualcosa che i giornali non hanno capito. E infatti alle Europee la Lega è cresciuta rispetto alle politiche, l’aritmetica dice così e ha contraddetto le polemiche, gli attacchi continui per cui Salvini e il suo partito hanno colpa di ogni cosa, anche se una metropolitana non funziona, e tutto nonostante qualche tensione interna di troppo”.

Anche a livello di sindaci, “tanta roba”, come dicono i ragazzi: “Abbiamo ancora 50 ballottaggi in città importanti, Firenze, Cremona, Rovigo, Bari, Potenza, ma anche Samarate e Bassano del Grappa. La Lega in Veneto ha già 26 sindaci in più, mentre i sapienti analizzano il problema della Lega in Veneto… Il vero dato è che si perde, anche in Comuni simbolo della nostra storia, come Pontida, quando si va alle urne divisi”.

La parola d’ordine quindi è unità: “È anche la lezione di Silvio Berlusconi, indagato, processato, aggredito per trent’anni: il centrodestra deve essere unito, leale, coerente. Io non avrò mai nemici nel centrodestra. Certo, c’è una competizione legittima, l’ambizione è essere i primi, però non a discapito di coloro con cui lavoro. Spero che la stessa voglia di stare insieme sia salda per tutti”.

E sull’Europa: “Se Macron parla di guerra e di attacco alla Russia, è chiaro che questo è un problema per l’Europa, per l’Italia, per i nostri figli. Lo stesso vale per la Von der Leyen con i suoi cinque anni di politiche ecoestremiste, pauperiste, antimoderne, anti-impresa, antisviluppo, pro-immigrazione: occorre un cambio di rotta e al di là del voto italiano che ha rafforzato il governo. I francesi hanno bocciato Macron, i tedeschi hanno bocciato Scholz, gli spagnoli hanno bocciato Sanchez; mentre i nostri alleati, gli eletti della Lega in Austria, in Belgio, in Olanda, in Portogallo, sono cresciuti tutti. È chiaro che la gente chiede un cambio di passo, di rimettere al centro il lavoro, la pace, i giovani, il benessere”.

Il termine sovranista come spregiativo? “Identità e democrazia è un gruppo che punta a crescere. Sovranista è un termine che i giornali di sinistra usano come insulto, ma per me vuol dire che la sovranità nazionale italiana viene prima rispetto alla burocrazia europea: io sto combattendo per l’autonomia regionale per niente se poi da Bruxelles decidono quando ti devi soffiare il naso e che cibo devi comprare. È chiaro che occorre difendere la sovranità nazionale. I 530 mila voti che ha preso il generale Vannacci da indipendente sono una nitida richiesta di serietà, di sovranità, di lealtà e di difesa dell’interesse nazionale”.
Allora la scelta è “se partire dal pallottoliere, cioè tentare di imbastire una rabberciatissima nuova maggioranza, socialisti, popolari, Macron e facciamo finta che non sia successo niente, contro il voto dei tre Paesi principali, cioè Italia, Francia e Germania. Oppure se partire dalla politica e dall’unità del centro-destra, guardando oltre al proprio orticello e al proprio orizzonte personale, mettendo sul tavolo i temi e non i partiti: lavoro, sviluppo delle imprese, difesa dei confini, sicurezza continentale e pace. Poi chiedi: chi ci sta?”.

E sull’astensionismo alle urne: “Il dato italiano su cui stiamo già lavorando con i nostri sindaci e i nostri governatori è il dato dei non votanti, ‘perché tanto non cambia nulla’, che in realtà è un voto per lo status quo. Però va capito e non condannato. Siamo noi politici che sbagliamo, che evidentemente non siamo abbastanza credibili. Certo, quando in Parlamento ci sono scene di risse, diciamo che non puoi pretendere di avvicinare la gente, non fai venire voglia di capire, di approfondire. A prescindere dai protagonisti di questi episodi, io sono convinto che alle idee e anche alle provocazioni si debba rispondere solo con altre idee. Cedere alle provocazioni è sempre un errore”.


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