Io ballo con Ursula. Tajani confessa

· 7 Giugno 2024


Cari ascoltatori, a un giorno dal voto siamo in presenza di una confessione politica. L’autore è il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani: trattasi di un uomo tatticamente molto abile, ragion per cui la confessione è ancora più rilevante, anche perché l’ha rilasciata a Repubblica. Tutto sta già nel titolo di questo articolo dedicato alla chiusura della campagna elettorale di Forza Italia, “Tajani avverte gli alleati: un governo Ue va fatto. Se serve, con i socialisti”. Insomma, finalmente vediamo uscire allo scoperto un’idea che lui stesso fino a ieri aveva archiviato come gossip elettorale ordito dai suoi concorrenti interni: cioè che è pronto a governare coi socialisti, come d’altronde i Popolari hanno fatto negli ultimi lustri. Tajani si segnala (sic) all’establishment come disponibile alla continuità, aperto al compromesso con i socialisti, giustificandosi con una banale verità, che un governo bisogna pur farlo.

Ecco, proprio su questo avremmo da ridire: perché visto da quale parte sta, almeno in Italia, Tajani a un giorno dal voto avrebbe potuto spingere sulla possibilità di dare vita finalmente a un governo di centrodestra, piuttosto che sottolineare che sono già apparecchiati inciuci storici. Ma in realtà Tajani rivendica un ruolo nell’agenda di governo Ue degli ultimi cinque anni, quindi anche nell’approvazione delle eurofollie a guida Von der Leyen: il green ideologico, quell’idea di ripristinare la natura sul continente, di riportare le paludi e di togliere gli argini, di imporre adeguamenti e ristrutturazioni green alle case, di sostenere il dogma dirigista dell’elettrico, calato sul libero mercato dell’automobile nell’esclusivo interesse della Cina.

Perché Tajani fa questo? Per collocare se stesso, per ambizione personale? Non sarebbe uno scandalo e neppure una sorpresa. Ma qui a Radio Libertà tendiamo a credere che avere una visione del mondo, di come vogliamo l’Europa conti ancora, e la nostra è liberale, moderata, non eurofolle; immaginiamo un’Unione in cui l’economia reale valorizzi le diversità presenti nel continente, che lasci liberi gli Stati sovrani di decidere sulle micro-materie; e vorremmo che Bruxelles provasse piuttosto a giocare un ruolo geopolitico, uscisse dall’irrilevanza.

In effetti, anche Fratelli d’Italia non ha mai escluso un bis di Ursula: gioca la sua partita proponendosi come elemento di raccordo tra l’establishment e il centro destra, proposito anch’esso legittimo. Ma a questo punto, è ancora più vero che l’unico partito rimasto a lavorare espressamente per un’alternativa nitida, in rottura col recente passato, è la Lega. A un giorno dal voto vi consegniamo questo dato di cronaca.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background