Promemoria: senza l’America l’Europa non si salva

· 6 Giugno 2024


Cari ascoltatori, oggi alziamo lo sguardo e lo volgiamo indietro, alla storia, alle spiagge di Normandia ottant’anni fa, in particolare a Omaha Beach, che è la più famosa perché lo sbarco lì fu più duro a causa della non riuscita dei bombardamenti preventivi sulle linee di difesa tedesche. Da quel giorno possiamo trarre una lezione, più che una morale, e nemmeno politica, ma che riguarda proprio la storia della civiltà: oggi come allora, l’Europa senza l’America non si salva .

Noi tendiamo a dimenticare una certa cosa – perché oggi lo vediamo attecchire lontano da casa nostra – cioè che l’orrore del totalitarismo è un prodotto squisitamente europeo: lo sono il nazifascismo e il comunismo. Se in quei giorni l’anglosfera di Gran Bretagna e soprattutto Stati Uniti non fosse intervenuta in forze, oggi il mondo occidentale non sarebbe libero, come invece è: il nazifascismo sarebbe caduto comunque, ma sarebbe stata una vittoria farlocca, perché, liberati dall’Armata Rossa, saremmo finiti in bocca al comunismo sovietico. Subito dopo la musica è stata la medesima: durante la Guerra fredda è stato l’impegno americano a garantire all’Italia e all’Europa occidentale la possibilità di stare dalla parte della libertà: lo dico perché oggi si sta facendo un gran parlare, retorico ovviamente, di una difesa comune europea sganciata dalla Nato. Non è realistica: perché servirebbe chiedere agli stati Europei uno sforzo analogo a quello americano in termini di ricerca, tecnologia e impiego di risorse, e li vorrei vedere tutti questi pacifisti accettare di mettere miliardi nel comparto militare. Ma soprattutto significherebbe accettare la primazìa della Francia, che in Europa è lo Stato che ha il nucleare e la difesa più potente: saremmo subordinati di quel piccolo Bonaparte che è Macron. Mi viene in mente il pragmatismo di Enrico Berlinguer, non esattamente uno scatenato liberista filo-yankee, che dichiarò “preferisco stare sotto l’ombrello della Nato”.

Invece in queste ore siamo circondati di gente di sinistra che fa un salto indietro addirittura a prima di Berlinguer: l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, Nicola Fratoianni, tutti questi signori invocano l’uscita dalla Nato. Se davvero credono a quello che dicono, potrebbero fare un giro al cimitero di Omaha Beach, al secolo Colleville-Sur-Mer, e chiedersi che cosa ci stanno a fare quelle diecimila croci, se non a ricordarci che sotto il prato al quale sono infisse ci sono ragazzi che ottant’anni fa hanno lasciato la vita per la libertà: anche per la nostra, di oggi.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background