Ascoltate Elly Schlein: è lì il vero pericolo

· 3 Giugno 2024


Cari ascoltatori, non facciamoci distrarre troppo dal rumore di fondo generato dal circo mediatico che sta andando in scena: ha lo scopo di distogliere la nostra attenzione, di imporre priorità lontane dal vero fuoco dei problemi, dai pericoli che corriamo. Da giorni i giornaloni cercano di convincerci che i temi dirimenti per il futuro del Paese e del continente siano: l’intangibilità dell’inquilino del Quirinale (senza che Mattarella c’entri qualcosa), come abbiamo analizzato stamane, oggetto di un inedito culto della personalità; oppure le dichiarazioni di qualche candidato indipendente tipo il generale Vannacci, oppure l’eterno rischio fascismo…
Ecco, questo è l’alfabeto della “bolla” politica, un’agenda tutta particolare. Poi però esiste anche l’agenda della realtà: e quella, involontariamente, ce l’ha ricordata proprio la segretaria del Pd Elly Schlein, che nel suo intervento al Forum Ansa ci ha rammentato la vera posta in gioco dell’8 e 9 giugno.
Citiamo alcuni punti: “Vogliamo un’Europa federale, che completi un percorso di integrazione incagliato a metà negli egoismi nazionali. Non c’è una sola sfida che possiamo risolvere dentro i confini nazionali, dalle guerre alla sfida migratoria”. Elly ci sta dicendo che è necessaria ancora più etero-direzione da parte di Bruxelles. L’esatto contrario della nostra diagnosi, cioè che ci aveva visto giusto Margaret Thatcher – una signora di caratura politica qualche gradino più su della segretaria dem – la quale sosteneva che l’Unione europea stava crescendo all’insegna della burocratizzazione, del dirigismo, del livellamento e dell’imposizione indifferenziata di regole a popoli e Stati diversi fra loro, così da imbrigliare il continente fino alla paralisi. Ecco, Elly dice che di queste cose lei ne vuole di più. Questa è la posta in gioco, questo è il pericolo, non i post social su Mattarella.
Ancora Elly: “Vogliamo che l’Europa continui con gli investimenti comuni. Vogliamo un’Europa più sociale e più verde”. Ma c’è forse qualcosa di più demenziale dell’attuale filosofia green, che mira a rinaturare indiscrimintamente, riportare le paludi, sbaraccare gli argini, andando via via a smantellare le opere umane, i segni (utili) dell’arrivo della civiltà? Ripeto, questa è la posta in gioco: che Europa volete? Volete un peggioramento di quanto è andato in scena finora? Un continente più centralizzato, più ideologizzato? Ecco che cosa è in gioco: il futuro della civiltà europea, che è la nostra civiltà.


Opinione dei lettori
  1. Artù   Di   3 Giugno 2024 alle 21:36

    Ma sì, guarda cos’ha portato la filosofia della tua grande Thatcher! Gli inglesi sono proprio al top dopo Brexit. L’economia non è mai stata così forte. E la cultura! Guarda come sono tornati alle proprie radici!

    La globalizzazione c’è stata ormai da più di 30 anni. È lei il vero nemico delle culture individuale, non l’Unione Europea, che era solo una risposta al clima globale.

    Schlein sta chiedendo ciò che l’UE doveva ai paesi come l’Italia e la Grecia, cioè una unione monetaria vera in cui i debiti sono condivisi da tutti, la moneta non è legata al Bund e il pensiero non è solo tedesco o francese. Ora che la Germania è indebolita e la guerra in Ucraina sta forzando un cambiamento, è il momento giusto. È adesso o mai più.

    L’agenda green in un progetto così non potrebbe essere altro che un salvagente per un paese già in ginocchio per il cambiamento climatico. Per me, vale la pena provare. Se no, che alternativa proponi? Criticate la sinistra per le idee del cazzo, ma di concreto non c’è altro che un ponte che tra pochi giorni vi porterà solo sotto l’8 percento.

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