Greta pro-pal a Londra finisce in manette: che noia!
Giovanni Sallusti · 23 Dicembre 2025
Cari ascoltatori, come notizia a noi non sembra granché, perché il personaggio esiste solo nella bolla mainstream, ma dato che tutti i giornaloni pare darvi gran risalto forse siamo noi a non capire. La notizia è che Greta Thunberg è stata arrestata a Londra mentre partecipava a una manifestazione pro-pal. L’arresto dell’attivista climatica/anti-israeliana è avvenuto durante un sit-in nel centro della capitale inglese ai sensi della legislazione antiterrorismo del Regno Unito, perché manifestava a sostegno dell’associazione Palestine Action e protestava per l’arresto di alcuni suoi membri.
Palestine Action sarà sicuramente benemerita, però all’inizio di luglio è stata inserita dal governo laburista, cioè di centro-sinistra, nell’elenco delle organizzazioni terroristiche ed è stata messa al bando in quanto accusata di fiancheggiamento, se non proprio di terrorismo. Una decisione presa dopo che alcuni attivisti erano entrati in una base militare della Royal Air Force e avevano vandalizzato alcuni aerei militari dell’aviazione di Sua Maestà. Da qui l’incredibile decisione di Kier Starmer di metterla al bando.
Greta si è presentata con un cartello a sostegno di questa associazione, e le autorità le hanno contestato la violazione dell’art. 13 del Terrorism act, che punisce il sostegno pubblico a organizzazioni dichiarate illegali. In un filmato si vede Greta con il cartello con scritto “Sostengo i prigionieri di Palestine Action e mi oppongo al genocidio”, frase che ha poi ribadito quando le forze dell’ordine l’hanno fermata.
Noi non siamo mai felici quando viene arrestato qualcuno, se non è un conclamato criminale che ha commesso un reato. Ma il vero reato della Thunberg è di noia, di proporci da mesi un canovaccio iper-scontato. Greta ci annoiava già quando era l’eroina della crociata antioccidentale travestita da allarmismo climatico, secondo la quale avremmo dovuto dismettere tutte le economie, fermare le emissioni, ammazzare le industrie perché nell’arco di una mezz’ora sarebbe arrivata la fine del pianeta. Per anni ci hanno venduto la fine del pianeta in mezz’ora e incredibilmente la previsione è stata presa sul serio dall’élite intellettuale, soprattutto da quell’Occidente che lei aveva indicato come il principale colpevole dell’apocalisse imminente.
Coerente con questa sua irrefrenabile oicofobia (leggete Roger Scruton), cioè la vergogna e l’odio per la propria casa e per la propria tradizione, Greta è transitata dal fanatismo ecologico al fanatismo pro-pal: il nemico è sempre lo stesso, l’infetta civiltà occidentale, nella quale peraltro lei vive al riparo, con tutte le garanzie di benessere offerte dalla civiltà occidentale medesima. Capite che noia? Di nuovo la stessa parola chiave della bolla, “genocidio”, che noi discutiamo, perché c’è stata una guerra tragica tra una democrazia e una banda terrorista che usava i civili, bambini in primis, come scudi umani, e che fra l’altro ormai è superata: adesso a Gaza il tema è la ricostruzione, che va avanti a tentoni, con un piano in ritardo rispetto alla tabella di marcia auspicata dall’amministrazione americana, ma la fase del combattimento sul campo è superata.
Questi qua sono, come sempre, in ritardo sulla storia, sulla cronaca, e appoggiano queste organizzazioni pro-pal con lo stesso vocabolario da mesi, da anni. Ecco, Greta Thunberg ci ha terribilmente annoiato, quindi proveremo anche noi a non parlarne più.
