Le voci a Radio Libertà: “Finalmente una certezza, la lotta all’immigrazione clandestina è legittima”
Antonino D'Anna · 18 Dicembre 2025
In questa puntata di “Zoom” esponenti politici della Lega sono intervenuti per commentare l’assoluzione definitiva di Matteo Salvini, stabilita dalla sentenza della Quinta sezione della Corte di Cassazione, sul caso Open Arms, che risale all’agosto 2019. Il vicepresidente del Consiglio era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, a causa del braccio di ferro, durato 19 giorni, con la nave della ong spagnola che si trovava nel Mediterraneo con a bordo 147 migranti soccorsi in tre diversi salvataggi. Il Viminale negò più volte l’autorizzazione a sbarcare sull’isola di Lampedusa e, per questo motivo, il segretario della Lega finì sul banco degli imputati. L’iter giudiziario durato più di sei anni si è chiuso ieri con la conferma dell’assoluzione già decisa un anno fa dal Tribunale dei ministri di Palermo.
Nicola Molteni: “La notizia dell’assoluzione di Salvini è una grandissima soddisfazione e una grandissima gioia, anche perché io all’epoca ero con orgoglio sottosegretario agli Interni, quando Matteo era al Viminale: quindi ho vissuto in prima persona quella straordinaria stagione politica per la Lega e per tutto il Paese, visti i risultati che ottenne in quei 14 mesi. Finalmente viene riconosciuta giustizia, verità e la bontà dell’operato di Matteo Salvini. Oggi noi abbiamo una certezza in più nella lotta all’immigrazione clandestina, nella lotta a scafisti e trafficanti: ovvero che difendere i confini non è mai reato. Salvini da ministro dell’Interno ha fatto il suo lavoro, l’ha fatto con orgoglio, con fierezza, con coraggio, a testa alta e l’ha fatto per difendere il popolo italiano. Dopo sei anni di gogna giudiziaria e mediatica, finalmente viene riconosciuta la bontà del suo operato”.
Alessandro Morelli: “Oggi è una giornata di festa e questa sera bisogna aprire la bottiglia buona in attesa del Santo Natale, un grande regalo. Da oggi, di fatto, parte la nostra campagna referendaria: ogni sezione della Lega diventerà un punto per promuovere il ‘sì’ al referendum sulla giustizia. Non solo stiamo raccogliendo vicende giudiziarie che hanno toccato tantissime persone, ma ne abbiamo l’esempio principe, che fortunatamente oggi si è risolto. La premier Giorgia Meloni mi ha chiesto da quando Matteo è stato oggetto delle attenzioni delle procure legate al suo lavoro di ministro dell’Interno: ho dovuto fare un po’ il calcolo, ma alla fine la vicenda della Open Arms è durata ben sei anni”.
Laura Cavandoli: “La giustizia italiana per più di cinque anni e mezzo ha tenuto in scacco il leader di quello che era il principale partito di maggioranza. Credo che questo procedimento contro Matteo Salvini sia l’esempio di quel che la giustizia non deve fare, perché i limiti all’azione politica vengono già dati dalle leggi. Quindi, molto bene questa definitiva assoluzione con la quale viene negata la richiesta della Procura di Palermo di ottenere un rinvio in primo grado. Si tratta di un messaggio importantissimo per la politica e per Matteo Salvini, ma anche sulle disfunzioni di una giustizia che è diventata ingiusta, soprattutto nei rapporti con la politica”.
Laura Ravetto: “Siamo felici non solo per il nostro segretario – nonché vicepremier – ma anche per i cittadini italiani che da oggi si riappropriano della possibilità di vedere delle politiche migratorie e di difesa dei confini che nessuno può più mettere in discussione. Parliamoci chiaro: il fatto che ci sia stata questa insistenza da parte di taluni magistrati nel portare avanti un processo dove il fatto neanche costituiva reato, aveva un grande scopo: non solo attaccare la Lega, ma anche influire sulle politiche migratorie del nostro Paese. Perché è evidente che dopo che Salvini è stato trascinato in un processo di cinque anni e mezzo e che ha dovuto sopportare quel che ha sopportato, non è che il ministro che è venuto dopo o chiunque avesse l’ambizione di fare il ministro avrebbe avuto tanta voglia di mettersi in questi casini. Da oggi si dice: difendere i confini, come noi sapevamo già, non è reato, ma è un dovere del ministro dell’Interno”.
Alessandro Giglio Vigna: “Giustizia è fatta, bene che il nostro segretario federale sia stato assolto. Siamo contentissimi, direi che tutta la grande comunità militante della Lega debba festeggiare. Ci stringiamo intorno al nostro segretario federale: oggi abbiamo ribadito che difendere i confini non è reato e che entrare in questo Paese in modo illegale invece lo è. Bravo Matteo e viva la Lega. E anche fare il ministro dell’Interno non è reato, per Salvini come oggi per Piantedosi. Questo significa che l’Italia deve avere mano libera nel regolamentare e agire in tema di immigrazione illegale”.
Antonino Zennaro: “Sono contento veramente per Matteo perché è stato un processo lungo, difficile. Penso all’aspetto politico, ma anche al peso umano, personale, perché comunque rischiava sei anni di carcere. Questa vicenda poi – tutti ce la ricordiamo – era della scorsa legislatura e del governo gialloverde, i tempi della giustizia fanno un po’ ridere. Parafrasando Totò, ora bisognerebbe chiedersi: e adesso chi paga? Visto che stasera è una serata particolare, non entreremo nel merito del conto corrente, ma lo faremo le prossime settimane”.
