Regionali, svolte inventate e lega salda: si abituino

· 24 Novembre 2025


Cari ascoltatori, al momento in cui scriviamo i risultati delle regionali sono ancora parziali ma già chiari, e il mainstream giornalistico e politico sta già dando il meglio, uno spettacolo che possiamo dividere in due filoni: notizie che non sono notizia, e previsioni sballate.

Il primo filone riguarda le presidenze: in tutti e tre i casi, Veneto, Puglia, Campania, sono stati confermati l’assetto dei governi uscenti e le preferenze che l’elettorato ha storicamente espresso in ogni territorio. Ma sui giornaloni e nelle esternazioni delle seconde file (come sempre fino ai risultati definitivi, a parte in Campania, dove i capi si sono precipitati a fare i selfie con Roberto Fico) per la 127esima volta dal settembre 2022 – ecco l’elenco – “è cambiata l’aria, c’è l’alternativa, il governo ha le ore contate, c’è un’aria nuova che chiaramente rema a sinistra”. Perché? Perché due Regioni che erano governate dalla sinistra sono rimaste alla sinistra, in più omettendo due dettagli: che Andrea De Caro è erede del “sistema Emiliano”, in tutti i sensi, e che questo sistema ha caratteristiche fortemente locali ben difficilmente esportabili su un piano nazionale.

Anche per quanto riguarda la Campania si sono dimenticati qualcosa: che Roberto Fico avrà tra i suoi azionisti principali uno con una golden share, l’ex governatore De Luca, che fino a l’altro ieri era il suo principale avversario e diceva che da Fico non avrebbe nemmeno comprato un’automobile. Sarà quindi interessante verificare l’efficacia, e forse anche la durata, del governo Fico in balia del suo nemico storico De Luca.

Non c’è notizia neanche in Veneto, lo sarebbe stata l’affermazione della sinistra, letteralmente l’uomo che morde il cane: ma la sinistra non ha mai saputo intercettare l’alfabeto antropologico, prima che politico, del Veneto produttivo. Sul Veneto c’è stata anche una previsione sbagliata: per settimane hanno pronosticato una débacle della Lega e un nuovo disegno dei rapporti di forza all’interno della maggioranza, ovviamente con i soliti inverosimili scossoni di politica nazionale. E invece niente: dall’esito delle prime schede scrutinate, dagli exit poll e dalle proiezioni, la Lega è il primo partito di almeno una quindicina di punti. L’ultimo dato disponibile dava Fratelli d’Italia al 19,5 e la Lega al 34,1, mica tanto boccheggiante: indice che il radicamento storico e antropologico in quel territorio non è andato perduto, che la ragione politica della Lega è salda, anche rispetto alle europee e alle politiche, quando erano stati frettolosamente celebrati due funerali.

Insomma, con 15-20 punti davanti a Fratelli d’Italia, la Lega non ha visto neanche l’ombra del tracollo su cui per mesi si erano titillati lorsignori, con editoriali e concioni varie. Gli stessi che fanno finta che l’aria sia cambiata quando è rimasta esattamente la stessa in Puglia e in Campania, e adesso – scommettete? – faranno finta di non aver toppato clamorosamente la previsione sulla Lega in Veneto.


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