C’è l’ombra di Ruffini dietro l’affaire Colle?
Carlo Cambi · 19 Novembre 2025
In questa puntata della nostra rubrica “Gli scorretti – un antidoto al luogocomunismo”, Giulio Cainarca interroga Carlo Cambi sull'”affaire Colle”, dopo lo scoop pubblicato dal quotidiano “La Verità” sulle esternazioni di Francesco Saverio Garofani, consigliere della Presidenza della Repubblica per gli affari del Consiglio supremo di difesa. Quest’ultimo aveva auspicato “iniziative politiche” contro il capo del governo e il centrodestra. Ma chi ci sarebbe veramente dietro a questa strana operazione?
“La domanda che mi pongo è la seguente: perché Sergio Mattarella ha scritto la prefazione dell’unico libro finora scritto da Ernesto Maria Ruffini? Eccolo spiegato: l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate è nipote del Cardinale e Arcivescovo di Palermo Ernesto Ruffini e figlio del ministro Dc Attilio Ruffini, entrambi molto legati a Piersanti Mattarella. È facile pensare quindi che esista una corrente ex democratico-cristiana che va da Ruffini a Mattarella, passando per Prodi e per la Segreteria di Stato vaticana, che vorrebbe liquidare la stagione meloniana”.
“Non è un caso che Garofani sia il più alto rappresentante della corrente catto-comunista presente al Quirinale, dove Mattarella sta completando il suo secondo settennato. Un nuovo mandato dettato dal fatto che, siccome già all’epoca (gennaio 2022) era piuttosto chiaro che Meloni avrebbe preso di lì a poco Palazzo Chigi, sarebbe servito un argine al dilagare dell”onda nera’. Ed è per questo motivo che in quella votazione parlamentare si raggiunse un’intesa trasversale per mitigare l’eventuale presa di potere da parte di Fratelli d’Italia e della Lega”.
“E poi ancora vi chiedo: perché la Corte dei Conti sta contrastando il governo in queste settimane sul ponte sullo Stretto di Messina? È un caso che il presidente Guido Carlino, siciliano, è amico intimo sia di Ruffini sia di Mattarella? Parlare pubblicamente davanti a politici, funzionari e sportivi è servito a Garofani per dare un warning, soprattutto nel momento ci si avvicina al referendum confermativo sulla riforma costituzionale della giustizia voluta dal ministro Carlo Nordio: tutti i sondaggi affermano che il Sì vincerà facilmente e quindi è chiaro che l’argine bisogna costruirlo prima, e non dopo un voto che rafforzerà il governo in carica”.
“Il consigliere del Quirinale non ha commesso una gaffe: ha espresso volutamente questa sua posizione politica. E la dimostrazione sta nel fatto che Ugo Zampetti, Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Italiana, abbia dettato una smentita con la carta intestata del Quirinale su una frase di un signore che, successivamente, ha affermato di essersi comportato come privato cittadino. Ma delle due l’una: o il Quirinale non ne sapeva nulla – e quindi doveva lasciare perdere – oppure, se smentisce, allora vuol dire che ritiene quella frase attribuibile al Capo dello Stato. Anche perché il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, ha chiesto conto direttamente a Garofani, mica al Quirinale. Allora perché a rispondere è stato Mattarella, sostenendo che la ricostruzione è ridicola? Semmai il termine ‘ridicolo’ doveva essere rivolto allo stesso consigliere, più che all’articolo de La Verità”.
