Pd, l’autonomia no ma i soldi sì (spesi male)
Giuliano Zulin · 4 Novembre 2025
In questa puntata di “Regioniamoci sopra”, la nostra rubrica che si occupa dei temi che riguardano l’autonomia differenziata, Giuliano Zulin racconta la rabbia delle opposizioni di centrosinistra al governo Meloni a causa di alcuni articoli della legge di bilancio che hanno consentito l’introduzione, in alcuni ambiti, della scelta dei criteri per i LEP (i livelli essenziali di prestazione) che sono alla base poi dell’attuazione dell’autonomia differenziata.
All’interno della manovra finanziaria, che dovrà essere approvata dal Parlamento, è stato stabilito infatti di fissare quanti siano i servizi di base per tutti i territori (assistenza ad anziani, disabili, co-housing) in modo che esistano dei criteri più o meno uniformi di base su tutto il territorio nazionale. Successivamente verrà emanato un DPCM: quindi sarà la Presidenza del Consiglio dei Ministri ad assegnare le risorse che arriveranno a partire dal 2027. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono però sulle barricate perché sostengono che, così facendo, si cristallizzerebbe la situazione: una regione che storicamente spendeva meno rispetto ad altre non potrà avere un miglioramento in termini di efficienza della sanità.
Nella sostanza, però, le cose non vanno proprio così. Per due ragioni: la prima è che, in realtà, determinati governatori hanno speso male i soldi o forse hanno preferito finanziare altre voci rispetto per esempio l’assistenza a disabili o ad anziani. Quindi non si cristallizzano le disparità, si cristallizza una differenza di azione politico-amministrativa che ha creato le disparità. Il secondo motivo, che probabilmente è quello più concreto, è che la richiesta proveniente dal campo largo non è tanto relativa al bisogno di più equità, ma piuttosto che i territori che loro amministrano ricevano solo più soldi. Ma per utilizzarli come?
I dati pubblicati da lavoce.info su come le tre regioni che andranno al voto il 23 e 24 novembre hanno speso i soldi del PNRR sono molto chiari da questo punto di vista. Il Veneto, con 3mila progetti e 1,33 miliardi di euro, è tra le regioni più attive, avendo speso il 42,3% dei fondi ricevuti e destinato ben 790 milioni alla sanità. Discorso diversissimo per la Campania, che ha ricevuto 2,6 miliardi per 2.265 progetti. Insomma, ha il doppio di soldi del Veneto per avere meno progetti e spendendo finora solo il 25,6% del totale. E anche la Puglia, altra regione governata dalla sinistra, non è messa bene: là sono arrivati progetti per 1,85 miliardi, quindi 500 milioni più del Veneto, e la spesa effettiva è addirittura inferiore a quella della Campania, con solo il 6,7% dei progetti concluso. Sintomo evidente di come in questi due territori del Sud non si è governato affatto bene.
