Al diavolo voi che dell’ignoranza fate vanto e martello, e non sapete (se lo sapete è peggio) che la riforma della giustizia contro cui vi preparate a muovere i carri armati la dovreste volere anche voi. Non solo perché sull’attacco alla democrazia dite balle che in confronto Ulisse sembra Agostino d’Ippona, ma perché davvero la volevate anche voi, e i vostri mentori pure.
Voi non lo sapete, oppure sì, che nel 2001 Giuliano Pisapia (ex Rifondazione, che dieci anni dopo sarà uno sventurato sindaco di Milano e che oggi è nel Pd) e Giovanni Russo Spena presentarono una proposta di legge sulla separazione delle carriere. Ecco un pezzo di motivazione, scritta di pugno: “Ben diverso (dal giudice, ndr) è, e deve essere, il ruolo del pubblico ministero che è una parte processuale e che quindi deve avere una specifica preparazione e professionalità. Riconoscere la sostanziale differenza tra la funzione requirente e quella giudicante equivale – diversamente da quanto alcuni temono – a garantire meglio la magistratura, la sua indipendenza e a prevenire il pericolo che ne sia inficiata la credibilità. Non si può altresì non sottolineare che una più netta separazione funzionale non lede in alcun modo il principio di indipendenza della magistratura inquirente, la quale non è, e non deve passare, alle dipendenze del potere esecutivo”.
Se quel che dicono Pisapia e Spena per voi è comprensibilmente uno scartino a briscola, si può alzare il tiro. Giovanni Falcone, anno 1989: “Comincia a farsi strada faticosamente la consapevolezza che la regolamentazione delle funzioni e della stessa carriera dei magistrati del pubblico ministero non può più essere identica a quella dei magistrati giudicanti, diverse essendo le funzioni e, quindi, le attitudini, l’habitus mentale, le capacità professionali richieste per l’espletamento di compiti così diversi”.
Non vi basta? Giuliano Vassalli, mentre era in corso l’iter di approvazione del codice di procedura penale che porta la sua firma, disse al giornalista Torquil Erikson del Financial Times che la riforma del processo senza separazione delle carriere sarebbe stata una riforma a metà.
La tiritera è sempre quella, è accaduto anche con l’autonomia differenziata: era bella finché la invocavano Stefano Bonaccini e la sua vice Elly Schlein quando guidavano la giunta della Regione Emilia-Romagna, è diventata brutta appena è stata adottata dal centrodestra. E qui di mentori nobili ce ne sono a frotte, primo e insospettabile l’autonomista radicale Pier Paolo Pasolini.
Siete eccellenti in voltafaccia e in bruciaculo. Quindi andate al diavolo, con tutti i linimenti del caso.
Al diavolo quelli che fingono di non sapere che la riforma della giustizia la volevano anche loro
Giuseppe Braga · 31 Ottobre 2025
Al diavolo voi che dell’ignoranza fate vanto e martello, e non sapete (se lo sapete è peggio) che la riforma della giustizia contro cui vi preparate a muovere i carri armati la dovreste volere anche voi. Non solo perché sull’attacco alla democrazia dite balle che in confronto Ulisse sembra Agostino d’Ippona, ma perché davvero la volevate anche voi, e i vostri mentori pure.
Voi non lo sapete, oppure sì, che nel 2001 Giuliano Pisapia (ex Rifondazione, che dieci anni dopo sarà uno sventurato sindaco di Milano e che oggi è nel Pd) e Giovanni Russo Spena presentarono una proposta di legge sulla separazione delle carriere. Ecco un pezzo di motivazione, scritta di pugno: “Ben diverso (dal giudice, ndr) è, e deve essere, il ruolo del pubblico ministero che è una parte processuale e che quindi deve avere una specifica preparazione e professionalità. Riconoscere la sostanziale differenza tra la funzione requirente e quella giudicante equivale – diversamente da quanto alcuni temono – a garantire meglio la magistratura, la sua indipendenza e a prevenire il pericolo che ne sia inficiata la credibilità. Non si può altresì non sottolineare che una più netta separazione funzionale non lede in alcun modo il principio di indipendenza della magistratura inquirente, la quale non è, e non deve passare, alle dipendenze del potere esecutivo”.
Se quel che dicono Pisapia e Spena per voi è comprensibilmente uno scartino a briscola, si può alzare il tiro. Giovanni Falcone, anno 1989: “Comincia a farsi strada faticosamente la consapevolezza che la regolamentazione delle funzioni e della stessa carriera dei magistrati del pubblico ministero non può più essere identica a quella dei magistrati giudicanti, diverse essendo le funzioni e, quindi, le attitudini, l’habitus mentale, le capacità professionali richieste per l’espletamento di compiti così diversi”.
Non vi basta? Giuliano Vassalli, mentre era in corso l’iter di approvazione del codice di procedura penale che porta la sua firma, disse al giornalista Torquil Erikson del Financial Times che la riforma del processo senza separazione delle carriere sarebbe stata una riforma a metà.
La tiritera è sempre quella, è accaduto anche con l’autonomia differenziata: era bella finché la invocavano Stefano Bonaccini e la sua vice Elly Schlein quando guidavano la giunta della Regione Emilia-Romagna, è diventata brutta appena è stata adottata dal centrodestra. E qui di mentori nobili ce ne sono a frotte, primo e insospettabile l’autonomista radicale Pier Paolo Pasolini.
Siete eccellenti in voltafaccia e in bruciaculo. Quindi andate al diavolo, con tutti i linimenti del caso.
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Giuseppe Braga
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