L’Italia è credibile: adesso giù le tasse

· 10 Ottobre 2025



Cari ascoltatori, dall’orco con il tupè Donald Trump è arrivata una prima colossale tranvata a lorsignori, intendiamo il fronte sinistrorso sindacalese, che è la vera rappresentanza dell’opposizione: Maurizio Landini e Francesca Albanese contano di più dei partiti in Parlamento. L’orco ha apparecchiato una pace storica con allegata la prospettiva del riassetto del Medio Oriente, mentre loro erano così intenti a bloccare tutto in Italia in nome delle ragioni pro-pal che, quanto a disponibilità al dialogo, li ha scavalcati perfino Hamas.

Persa Gaza, ora il capo dell’opposizione, cioè Landini, si appresta a giocarsi le sue carte sulla manovra economica, e queste carte sono due, tipiche del vocabolario comunista a ogni latitudine: patrimoniale (la quindicesima) e redistribuzione. Ivviamente, la patrimoniale andrebbe a cadere non solo sulle grandi ricchezze, come dice lui, ma sulla testa di chi offre lavoro e sviluppo, in nome del mito della redistribuzione.

Noi, dal nostro angolo di liberal-conservatori, ma anche di scatenati liberisti, crediamo che lorsignori si meritino quindi una seconda tranvata; e che il centrodestra, la maggioranza, Lega in primis (che esprime anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la cui azione virtuosa è riconosciuta a livello internazionale) abbia un’occasione formidabile per dargliela. L’occasione è impostare una manovra all’attacco: in un contesto che vede la Francia inabissarsi in una crisi socio-economica che sembra irreversibile e la Germania perdere intere filiere produttive, l’Italia ha finora garantito un’ottima tenuta dei conti, nonché un’accresciuta credibilità verso gli investitori.

Ora, il secondo schiaffo può arrivare su tre grandi fronti: uno è quello della riduzione di tasse sul ceto medio, che quotidianamente fa esistere il Paese ed è il riferimento culturale ed elettorale del centro-destra. Il progetto è di alleggerire il carico fiscale, a partire dall’Irpef, allargando al ceto medio l’operazione virtuosa già fatta sui ceti medio-bassi. Il secondo fronte è una pace fiscale, un’inversione del rapporto tra Stato e contribuente: il ministro Giorgetti ha dichiarato totale apertura, in base a criteri di merito comprovato, cioè per chi ha un problema di cassa e non la volontà di aggirare il fisco.

Il terzo fronte è quello delle banche: se a Landini e a lorsignori piace prendersela con la ricchezza prodotta o ereditata, comunque reale, non nominano mai le banche, che sono aziende atipiche perché realizzano mega-profitti grazie a decisioni politico-tecnocratiche, non seguendo l’andamento del mercato. In questo caso immaginare un contributo di chi ha realizzato grandi profitti senza merito sarebbe un altro smacco per lorsignori (che non ci hanno pensato), sia politico, sia economico.

Così, dopo aver assistito alla disfatta sullo scenario internazionale della dell’agenda “landinista”, auspichiamo di vederne una seconda, frutto di una manovra realista, che tiene conto del contesto ma che resta una manovra all’attacco.


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