Dai dazi a Putin: anche oggi Trump lo capiscono domani
Giovanni Sallusti · 26 Maggio 2025
Cari ascoltatori, anche oggi Trump lo capiscono domani: stamattina ci siamo svegliati con due notizie che di nuovo smentiscono il nuovo “allarme puzzone” che si era scatenato ieri sera. La prima questione è il braccio di ferro sui dazi con l’Unione Europea, sempre che si voglia credere che la Ue possa reggere una sfida commerciale con gli Usa. Ieri Trump aveva minacciato tariffe al 50% dai primi di giugno: e subito è suonata la sirena, crollo delle borse, apocalisse dell’economia, disastro su ambo le sponde dell’Atlantico. Poi è successo che dopo una telefonata tra il presidente americano e Ursula von der Leyen la decisione è stata sospesa fino al 9 luglio.
I giornaloni, che continuano a non capire lo schema negoziale di Trump (basterebbe che sfogliassero il libro che lui stesso ha scritto, “L’arte del negoziato”), titolano che “Trump ci ripensa”: in pratica un’ottusa diagnosi di schizofrenia è la chiave con hanno scelto di leggere l’azione del presidente Usa. Non tentano neanche di reperire una strategia, foss’anche per contestarla, la chiave psichiatrica è così comoda.
Eppure basta mettere in fila le evidenze: Trump aveva annunciato questi dazi con il motivo che la Ue non mostrava volontà di trattare e stava solo dilazionando i tempi per trascinare lo status quo; che è perfettamente nello stile degli eurocrati, è abbastanza verosimile. E dopo la telefonata ha riferito che Ursula gli ha manifestato la volontà di partire con negoziati seri. Cioè: le cose si muovono sotto la minaccia di una batosta di dazi ed è evidente che dietro apparenti fughe in avanti o atti scomposti, Trump ha una strategia, che fra l’altro ha anche nel mirino alcune storture europee: le barriere commerciali e la burocrazia ipertrofica che soffoca le aziende americane nel nostro continente (e anche le aziende europee); le manipolazioni monetarie che sostengono artificialmente le esportazioni tedesche a discapito dell’America (e anche di altri Paesi europei); e quei dazi impliciti, come li ha definiti Mario Draghi, costruiti dalla gabbia burocratica europea. Ergo, l’azione di Trump è una buona notizia anche per noi.
La seconda notizia su cui lorsignori non hanno capito niente è l’esternazione di Trump sulla Russia. Solo ieri erano di nuovo in piena narrazione di Trump agente di Putin, con il cancelliere tedesco Friedrich Merz scioccato perché Trump dava “mano libera” a Putin. E oggi il presidente Usa se ne esce così su Truth: “Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Vladimir Putin, ma gli è successo qualcosa, è completamente impazzito, sta uccidendo inutilmente un sacco di persone. Missili e droni vengono lanciati contro le città ucraine, senza alcun motivo. Questa è una guerra che non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente, sto solo aiutando a spegnere i brutti incendi”. Poi si è ripetuto con i giornalisti, dicendo molto di peggio: “Putin è diventato completamente pazzo. Il tentativo di conquistare tutta l’Ucraina porterà la Russia alla caduta”.
Trump sta dicendo: ho costruito lo schema del negoziato, ho sdoganato che questo implica concessioni territoriali alla Russia, Crimea in primis, e bisognerà ragionare anche su altro. Io ho chiamato l’ultima mano di questo gioco macabro, ma tu stai andando avanti e quindi esci dalla logica negoziale, sei pazzo. Trump sta ripetendo che se Putin esce dalla trattativa entra in una terra incognita nella quale lui potrebbe agire, come recita un modo di dire russo, “come un cane pazzo”, cioè poco calcolabile, mica leggibile come Biden. Trump spesso ha alluso a sanzioni devastanti, a dazi al 500%, a inondare l’Ucraina di armi.
Tutto questo sbaracca facilmente la narrazione caricaturista di lor signori, con Trump cameriere di Putin: ma ricominceranno domani, ormai tendiamo a dubitare che i giornalisti nostrani scelgano di cominciare a leggere la realtà. Facciano pure. Noi, invece, ci teniamo Trump che porta la Ue al negoziato e avverte Putin che andare avanti in Ucraina non è più cosa.