Lui s’imbuca, Trump lo caccia: la disfatta di Micron
Giovanni Sallusti · 28 Aprile 2025
Cari ascoltatori, questi giorni ci hanno consegnato un’immagine che per una volta non è retorico dire passerà alla storia: è la fotografia (e il video) del presidente americano Donald Trump e del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che parlano occhi negli occhi sotto la volta di San Pietro, che a maggior ragione è diventata anche la volta dell’Occidente. Quel momento probabilmente rappresenta uno spartiacque, mentre Mosca continua a lanciare attacchi e Trump ribadisce che sta perdendo la fiducia in Putin e nel fatto che voglia arrivare a un accordo, che invece si è fatto urgente, perché i tempi stringono e la pazienza americana pure.
La cosa bizzarra di questo weekend, e di quel video, è che sono andati in scena contemporaneamente due registri diversi. Il primo è quello solenne di cui abbiamo detto, quello della Storia ritratta mentre si fa; ma ce n’è un secondo dissonante, sostanzialmente da commedia, incarnato dal presidente francese – nonché Bonaparte immaginario – Emmanuel Macron, o Micron, come dal suo agire è sempre più evidente.
La scena che si è vista in video, racconta il tentativo di Macron di imbucarsi e far diventare il vertice a due un vertice a tre. Trump e Zelensky si stanno allontanando da tutti per andare a interloquire, e arriva un affannato Macron che con la scusa di stringere le mani fa chiaramente per unirsi al duo, tant’è che indica anche le sedie che sono davanti a loro. Trump cortesemente gli si mette davanti, con la mano gli fa gesto di fermarsi e i tre parlottano un attimo. Nota: il “Sun” ha interpellato un’esperta britannica di lettura del labiale, secondo la quale Trump avrebbe detto a Macron “non sei nel posto giusto qui, ho bisogno che tu mi faccia un favore, non dovresti essere qui”. Macron allora guarda Zelensky che annuisce (perché Zelensky non può, né a questo punto vuole, uscire dallo schema trumpiano, che è l’unico a poter portare la pace nel suo Paese), e infine batte in ritirata; si accontenterà della photo-opportunity a margine del dialogo, assieme al premier britannico Kier Starmer. E su quella foto ovviamente qualche giornalone ha addirittura tentato di straparlare di vertice a quattro.
Ma il vertice è stato a due, e quella scena ha sancito la caduta comunicativa, simbolica, del Napoleone inverosimile, una disfatta che rappresenta il termine di un percorso che Macron ha tentato dopo l’arrivo di Trump alla Casa Bianca: prendere a pretesto il dossier russo-ucraino per ritagliarsi una posizione neo-imperiale fuori tempo massimo, e candidarsi a guida militare e geopolitica dell’Europa. Tant’è che ha anche offerto il suo ombrello nucleare, che però rispetto a quelli americano e russo è un ombrellino portatile e con i buchi.
Lo stesso Zelensky è così poco convinto delle capacità del bonapartino di offrire una protezione verosimile, da incoraggiare anche lui Macron ad andarsene da quel vertice, con quel cenno che ha seguito le parole di Trump. Un video tombale sulla caduta globale, peraltro già in atto da tempo in patria, del presidente francese, un leader ormai totalmente immaginario.