Ciao ciao mainstream: Lega unita sull’agenda Salvini
Giovanni Sallusti · 4 Aprile 2025
Cari ascoltatori, uno dei sottogeneri preferiti di questo spazio sono le disfatte del mainstream, fra le quali le profezie sballate, che regalano soddisfazioni perché sono sempre basate su uno schema fisso, scambiare i propri desideri per analisi della realtà. L’ennesima previsione cannata è quella secondo cui la leadership della Lega è in esaurimento, il partito è lacerato e sono in atto movimenti per cambiare timoniere, timone, barca, mare, probabilmente tutto. Ebbene, cosa succede? Succede che sabato e domenica c’è il Congresso della Lega. Numero candidati alla segreteria: uno, Matteo Salvini, il leader uscente.
Ora, vorremmo informare i profeti che per presentare una candidatura alternativa al Congresso della Lega bastava raccogliere dalle 120 alle 200 firme, distribuite su quattro regioni. Operazione non difficilissima per una figura di primo piano fra quelle che secondo i profeti sballati avevano piani alternativi. Il che significa che la leadership non era affatto fragile, l’agenda era giusta e la profezia era sbagliata.
Quell’agenda politica tiene insieme una comunità plurale, perché un movimento politico che fa dell’ottica federale uno dei suoi assi portanti valorizza le differenze al suo interno, in una sintesi comune garantita da quella leadership. È l’evidente vittoria un’agenda che è stata trumpiana anche in tempi non sospetti, quando era meno di moda e Donald Trump sembrava al crepuscolo. Lo è sempre stata in alcuni punti fermi: che il woke è una malattia culturale che punta a snaturare l’Occidente, attacca la nostra anima e che va combattuto, ma che non era una condanna culturale permanente, e infatti oggi è fuori dalla storia.
Più profondamente, un punto fermo è che il globalismo ha fallito, ha fallito quell’ideologia per cui bastava esportare la libertà economica per esportare tutte le libertà, individuale, del lavoro, religiosa. Questo ovviamente non è avvenuto e ha generato tra le altre cose la concorrenza sleale della Cina, l’impoverimento di filiere industriali europee e nordamericane: ha perso l’idea sballata del mondo senza confini, senza barriere, senza distinzioni culturali, che sarà anche una bella canzoncina, ma nei fatti è un’astrazione pericolosa. Invece, sta emergendo quando siano un valore le identità storiche dei popoli europei, le loro tradizioni e anche le loro differenze, rispetto all’ottica livellante dell’eurosoviet.
Infine, un altro capitolo dell’agenda Salvini è che difendere la sovranità nazionale da questa ideologia dirigista e fallace e rivendicare l’autonomia dei territori, cioè sovranismo e autonomismo, non sono due cose in contraddizione: anzi, poggiano sulla stessa logica, che è l’attaccamento alla realtà, al popolo decisore, alla democrazia. Quest’agenda era vincente, quella leadership era ed è salda.
Sabato e domenica Radio Libertà trasmetterà l’intero streaming del Congresso della Lega, con i nostri giornalisti che si alterneranno alla conduzione e con incursioni anche da Firenze, dove si svolgerà l’evento. Con buona pace dei profeti del mainstream, che hanno ancora cannato.