Prodi ci ricasca: è davvero il simbolo della sinistra!

· 1 Aprile 2025


Cari ascoltatori, se è vero che che tre indizi fanno una prova, con Romano Prodi ci siamo arrivati, perché stanno spuntando altri episodi analoghi alla tirata di capelli all’inviata di Quarta Repubblica che ha mandato in cortocircuito il fronte dei buoni, woke, femministi e inclusivi. Prima di tutto, la trasmissione su Rai3 “Lo stato delle cose” di Massimo Giletti ha rimandato un frame di due anni fa: il professore entra in un bar di Bologna, il barista gli chiede “in che Europa ci hai lasciato, Romano?” e il professore gli dà dello stronzo: proprio da manuale del politico a contatto con la gente.

Più inquietante e affine all’episodio di Quarta Repubblica, è però un ulteriore episodio con un’inviata sempre de “Lo stato delle cose” di Giletti, Rebecca Pecori. A testimoniarlo è un video che si trova ovunque su Internet (Prodi è ormai un intrattenimento ufficiale da social): la collega gli chiede conto della tirata di capelli, Prodi entra in un palazzo e non risponde, la collega reitera la domanda sulle scale, Prodi non fa un plissé. Alla terza volta il professore si gira di scatto e la rimbrotta: “Abbia rispetto, per favore”. La giornalista, di rimando: “ Ma lei ha avuto rispetto della collega tirandole i capelli? Trattandola come una inetta per una domanda fatta?”. Prodi cambia espressione, si gira a muso duro e va con passo sostenuto nella direzione della giornalista, tanto che in mezzo ai due si frappone la guardia del corpo di Prodi (che in quel momento diventa guardia del corpo della giornalista). A quel punto il professore cambia traiettoria e se ne va.

Allora, ora conosciamo un altro aspetto della personalità di Prodi, rispetto al personaggio mite, curiale, affabile che la narrativa progressista ci rifila da più di vent’anni. Il punto simbolicamente saliente di Romano Prodi, però, non è tanto il suo carattere, ma il fatto che rappresenta alla perfezione l’ipocrisia della sinistra, del suo doppiopesismo; e soprattutto smaschera la vecchia fanfaluca della superiorità morale, del “Paese migliore” e di tutte le altre etichette che da quella parte si sono autoappiccicati, con i buoni e i giusti che andavano in visibilio per l’Ulivo del professore.

Il loro leader di riferimento tratta malissimo le giornaliste, non è un episodio. Cosa che per esempio il vituperato Silvio Berlusconi non si è mai sognato di fare: quando Lucia Annunziata lo tempestò di osservazioni faziose, si alzò con signorilità, le strinse la mano e lasciò lo studio televisivo. La superiorità morale della sinistra non esiste e, grazie alle le gesta tragicomiche del professor Prodi, nessuno lo può più nascondere.


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