Annalisa Chirico: la guerra alle donne la fa la sinistra
Giovanni Sallusti · 29 Marzo 2025
A “Parlando liberaMente”, la nostra intervista settimanale con i protagonisti dell’attualità, della politica, del giornalismo, Giovanni Sallusti discute con la giornalista Annalisa Chirico, direttore di Fortune Italia, saggista, conduttrice radiofonica, dei temi di politica interna, di contemporaneità e della deriva senza fine della sinistra, incluso il maschilismo di cui il Pd è il vero portabandiera.
Prodi che tira i capelli a una giornalista, Bertinotti che vorrebbe tirare a Giorgia Meloni un oggetto contundente: “Non capiscono quanto siano pericolosi questi messaggi, con tutte le teste calde che esistono nel Paese, far passare il messaggio che per contrastare un’idea io ti lancio un oggetto contundente, oppure perché mi chiamo Romano Prodi ho il diritto di tirarti una ciocca di capelli. Addirittura non c’entra più la questione maschio o femmina: c’entra proprio la violenza. Che non si possa tirare i capelli a una giornalista che fa una domanda sembra banale, però il Paese è anche questo: abbiamo un’opposizione con Prodi che dopo questa mega figuraccia va a Bruxelles e farsi la foto con la delegazione del Pd e con diverse europarlamentari donne, che magari fanno la ramanzina a chi dice ministro e non ministra”.
“Qualcuno non ha digerito che sia stata la destra a portare la prima donna a Palazzo Chigi, dopo anni di retorica della sinistra sulle donne e i loro diritti. Ma è a destra che le donne hanno sempre avuto maggiori opportunità di ruoli di comando, mentre a sinistra le donne sono sempre state intese come la ‘quota panda’, il pedigree rosa, e sulla tolda di comando dei partiti della sinistra ci sono sempre stati gli uomini o donne cooptate dai segretari di partito uomini. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde sono tutte donne espressioni del centro-destra, quest’ultima ha fatto anche parte del governo Sarkozy. Di più: la stessa Elly Schlein ha detto ‘ci sono uomini del mio partito che mi dicono cose che non direbbero a colleghi uomini’. E visto che chi sta a capo del partito è un candidato a un’eventuale presidenza del Consiglio, ogni giorno ci sono interviste a superdirigenti del Pd che propongono nomi alternativi, il federatore, chiunque altro, basta che non sia lei. Io direi che ad avere un problema di paternalismo è il Partito democratico, lo dicono anche loro, per esempio Chiara Braga e Roberta Pinotti. A sinistra dovrebbero guardarsi un attimo in casa”.
“Quello di Prodi è stato un gesto vergognoso: alcuni anni fa Silvio Berlusconi, quando in un’intervista su Rai3 con Lucia Annunziata ritenne che le domande che lei gli faceva non fossero ricevibili, lui si alzò elegantemente e si congedò con una stretta di mano all’Annunziata. Lei oggi è europarlamentare del Pd e si è fatta la foto accanto a Romano Prodi. Quelle che si riempivano la bocca di slogan per le donne quando a Palazzo Chigi c’era Berlusconi, oggi fanno le cortigiane di Prodi, che il giorno prima era stato sbugiardato: mamma mia che dignità”.
“Quando c’è soltanto l’ideologia non c’è più la realtà, e quando perdi i canali di collegamento con la società reale, i bisogni delle persone, ti chiudi in schemi ideologici, in risposte preconfezionate: questa sinistra a forza di inseguire le minoranze ha perso di vista la maggioranza. Fanno le battaglie per difendere gli stranieri che entrano in Italia senza diritto e si perdono di vista le persone italiane o gli stranieri regolarmente residenti in Italia. Con questa inversione dei ruoli non rimangono che gli slogan. Pensate alla proposta di Dario Franceschini di rendere obbligatoria l’assegnazione del cognome esclusivamente materno si dice per riparare a una ingiustizia millenaria contro le donne: che facciamo, vogliamo annullare i padri?”.
“La gente non ci crede più ai proclami di presunta superiorità etica, ed è per questo che nel centrodestra, pur con i suoi difetti, almeno c’è una coerenza, una verità sia negli successi sia negli insuccessi, sia nelle cose che riescono meglio che in quelle che riescono peggio, e la gente questa cosa la avverte. Se dovessi dare un consiglio alla Schlein, sarebbe questo, di ritrovare la verità nel suo partito”.
“Con tutto quello che sta accadendo nel mondo con la guerra in Ucraina, con la guerra a Gaza, dove addirittura i palestinesi scendono in piazza contro Hamas, noi stiamo a parlare del Manifesto di Ventotene scritto 80 anni fa, in un’altra epoca in un’altra Europa? Quando Giorgia Meloni ha educatamente letto degli stralci di questo testo un parlamentare del Pd è scoppiato in lacrime: ma questa gente è a suo agio nella contemporaneità? Me lo domando perché non è possibile che una vicenda come questa provochi delle reazioni così scomposte”.
“La sinistra potrebbe fare opposizione su questioni concrete: l’Italia e l’Europa sono in un momento di svolta perché è chiaro che l’Europa e l’Italia devono riorganizzarsi in questa fase di tensioni internazionali in cui si ridisegna l’ordine globale internazionale. Invece a sinistra si tirano i capelli a una giornalista e si scoppia in lacrime per il manifesto di Ventotene. Spero che la Schlein, che è una donna determinata, che è riuscita a fare una scalata imprevedibile in un partito maschilista, trovi il coraggio e la forza per imporre un’agenda libera da questi orpelli ideologici: io vorrei un’opposizione che si faccia comprendere dagli italiani, perché la sfida per i partiti del centrodestra sarebbe più avvincente. Così è quasi come fare gol a porta vuota”.
“Credo che sia importante infondere nei cittadini una cultura della sicurezza, ma il video di Hadja Lahbib, commissaria europea per la gestione delle crisi, l’ho trovato frivolo. Questi temi andrebbero affrontati con una gravitas maggiore, non con la pasta alla puttanesca, le carte da gioco e l’accendino. Servirebbe anche maggiore condivisione dei timori che ha l’Europa, come alcuni Paesi nord europei o come la Polonia ,che teme che in 2-3 anni potrebbe esserci una guerra e hanno davvero paura di un intervento armato della Russia contro l’Europa. Se hanno queste informazioni allora le condividano, altrimenti si rischia di generare una generica psicosi collettiva, e questo finirebbe anche per rendere inefficaci delle campagne di sicurezza sacrosante”.