Franceschini schleinizzato: dichiara guerra ai papà
Giovanni Sallusti · 25 Marzo 2025
Cari ascoltatori, terza genialata imprescindibile del Pd in pochi giorni, dopo la piazza romana (pagata dai contribuenti capitolini) che chiedeva più Europa incurante dei fallimenti dell’Unione, e dopo la scampagnata a Ventotene, dove sono andati gingillarsi nel 2025 per celebrare un manifesto del 1941, per di più in larga parte sconfessato dai suoi stessi autori.
La terza iniziativa spettacolare è la guerra ai papà (o dobbiamo dire “genitore due”?) dichiarata sorprendentemente da Dario Franceschini, che sarebbe anche un politico di lungo corso, con un curriculum ben superiore all’assemblea del liceo in cui si è trasformato il Pd di Elly Schlein. Invece anche lui si è completamente schleinizzato, perché oggi all’assemblea dei gruppi, secondo indiscrezioni, avrebbe annunciato questa potente iniziativa in Senato: una proposta di legge per cui ai figli verrà dato solo il cognome della madre, e il cognome del padre no.
È certamente una priorità assoluta della contemporaneità, mentre a Riad fervono le trattative negoziali sulla tregua fra Russia e Ucraina con faticosi ma costanti passi avanti: oggi è stato ufficializzato l’accordo sullo stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche, all’utilizzo di navi commerciali a scopi bellici nel Mar Nero, ed è stata sdoganata anche la presenza di terze parti che presidino l’attuazione degli accordi, fra le quali forse anche forze turche (lo vorrebbe Zelensky).
Insomma, mentre Trump avanza sulla pace in Ucraina, il Pd e Dario Franceschini dichiarano guerra ai padri. Il suo ragionamento sarebbe il seguente: “Anziché creare infiniti problemi con la gestione dei doppi cognomi”, che era una prima soluzione woke a questo impellente problema, “o con la scelta tra quello del padre e quello della madre, dopo secoli in cui i figli hanno preso il cognome dei padri, stabiliamo che dalla nuova legge prenderanno solo il cognome della madre. È una cosa semplice e anche un risarcimento per una ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico, ma è stata una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere”.
Potrebbe forse il Pd, che si occupa così alacremente dell’ingiustizia e dell’oppressione insite nel cognome, dire qualcosa sull’appiattimento della giunta milanese rispetto al ramadan, sull’islamizzazione di quartieri e città, su quello sta accadendo a Monfalcone, dove nella comunità bengalese vige la sharia, le ragazze vanno a scuola velate? Non è importante, mentre lo è cambiare la politica dell’anagrafe e neutralizzare questo essere reazionario, impresentabile e in odore di sessismo e suprematismo, che è il papà.
Ecco la nuova guerra democratica del Pd, la nuova assemblea del liceo: guardare fuori dalla finestra a loro non interessa, le loro priorità le hanno già: più Europa, Ventotene e cancellare i papà. Che dire? Se tutto resta così, il centrodestra governerà 1.327 anni.