Si scrive riarmo, si legge asse franco-tedesco

· 21 Marzo 2025


Cari ascoltatori, ci è venuto il dubbio che si scriva “riarmo europeo” ma si legga “asse franco-tedesco”, cioè una furbata per resuscitare una coppia che quando, per lustri, ha dato le carte in Europa, ha fatto gli interessi della potenza economica della Germania e gli interessi nazionali francesi, ma mai quelli dei popoli europei.

Diciamo questo perché all’isteria del riarmo quest’asse non ci è arrivato bene. La Francia è in condizioni economiche pesantissime, con i titoli di Stato dati alla pari con i titoli greci, cioè spazzatura, con il gradimento del presidente Macron ai minimi, con molte periferie fuori controllo e con una capacità trainante esaurita poiché l’economia domestica è in condizioni drammatiche. La Germania, principalmente a causa della follia del green deal, sta assistendo al collasso di filiere produttive importantissime, prima fra queste l’automotive, con colossi come Volkswagen e Continental che hanno annunciato licenziamenti, dismissioni di stabilimenti, Volkswagen perfino in Germania: una disfatta anche simbolica. Il cancelliere uscente Scholz non è più stato in grado di essere la mosca cocchiera d’Europa come era stata Angela Merkel.

Questo era lo stato delle due ex locomotive, e ora questa trovata del riarmo puzza molto di ipocrisia, perché le due nazioni di cui sopra, soprattutto la Germania di Angela Merkel, sono state la causa del fatto che l’Europa sia oggi nell’incapacità di difendersi: hanno benedetto la “geopolitica del tubo” con la Russia, l’acquisto in massa di gas russo, e hanno così dato a Putin le chiavi energetiche del continente senza prendere contromisure, fidando nell’ombrello americano (pagato dai contribuenti americani).

La situazione in cui siamo è figlia di questo grande abbaglio, così come lo è la follia conseguente, mirare a un esercito europeo, idea che va contro la storia, contro il pluralismo del continente, per non dire dei problemi strutturali: ci sono 27 filiere militari con 27 dottrine militari e con 27 procedure. Il fatto è che se nascesse una difesa europea comune, alla fine comanderà il Paese militarmente più forte, quindi la Francia, il Paese che ha l’atomica. Non è un caso che Macron, viste anche le sue propensioni bonapartiste, si sia precipitato a offrire il suo ombrello nucleare all’Europa, come se la Francia potesse rappresentare una credibile deterrenza militare rispetto alla Russia facendo a meno dell’America: ma quest’altra follia nel dibattito è passata come acqua fresca.

Da un punto di vista economico il riarmo è piuttosto una formidabile occasione per la Germania per rialzarsi, tant’è che il principale colosso produttore di armi tedesco si è dichiarato pronto a produrre carri armati e altri mezzi militari negli stabilimenti Volkswagen. Per inciso, la Germania che si riarma seriamente, nella storia del Novecento, non suona benissimo…

La conclusione è che il fantomatico riarmo europeo è un modo per far risorgere l’asse franco-tedesco: il quale però è sempre andato contro gli interessi italiani e ha sempre prodotto politiche miopi, a causa delle quali siamo in questa situazione. Questi sono motivi in più per dire no al riarmo europeo, sì all’irrobustimento della difesa degli Stati nazionali che non vogliono essere di nuovo eterodiretti.


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