Gian Micalessin: Trump punta a un’asse Arabia-Israele-India

· 22 Febbraio 2025


A “Parlando liberaMente”, la nostra intervista settimanale con i protagonisti dell’attualità, della politica, del giornalismo, Giovanni Sallusti discute degli scenari globali, bellici e non, con il giornalista Gian Micalessin, inviato di guerra ed editorialista de Il Giornale: dai progetti di Trump agli errori dell’Unione Europea.

“Quando l’Europa ha chiuso le porte al gas e al petrolio russo, Putin è andato da Xi Jinping e gli ha proposto di riversare in Cina, che ha un disperato bisogno di energia per accrescere la produzione industriale, il proprio petrolio e il proprio gas. Non a caso è in fase di avanzata costruzione il gasdotto Power Siberia, che nel 2030 porterà in Cina l’80% del gas che una volta arrivava in Europa. Così Pechino avrà a disposizione tutta l’energia necessaria per trasformarsi nella prima potenza economica mondiale, oltre a poter beneficiare di altre risorse, materiali, metalli, tungsteno, tutta quella cassaforte energetica e di materie prime di cui la Russia è uno dei principali produttori mondiali”.

“L’Europa ha preso un abbaglio, perché le velleità di potenza globale non sono della Russia, ma della Cina, e dalla guerra ha perso molto rinunciando all’energia russa, perché ha ridotto la sua capacità industriale: lo vediamo in Germania e in Francia. L’obiettivo di Vladimir Putin era di seguire la tradizione, cioè avere un rapporto con l’Europa cui appunto lui forniva l’energia in cambio dei prodotti industriali, i manufatti che Mosca non è mai stata in grado di produrre. Rompendo questa equazione l’economia europea si è suicidata”.

“Trump è stato condannato dalla nostra stampa mainstream come un personaggio che non va considerato. Ma si sono dimenticati che Trump ha preparato il suo ritorno alla Casa Bianca per quattro anni con l’aiuto di una nutrita schiera di esperti: quello che sta facendo è frutto di un pensiero a lungo elaborato. Non è più il Trump del primo mandato, che improvvisava. Oggi il presidente Usa mira all’eliminazione del cosiddetto deep state, quell’alleanza tra strutture industriali, capitale e industria militare che a suo avviso ha compromesso il suo primo mandato, con un pensiero anche all’Fbi e alla Cia, che infatti sta seriamente rimaneggiando”.

“Il vertice europeo di Parigi è stato solamente un auto-omaggio di Macron, che si è intestato, da sostenitore della grandeur francese, la necessità di contrapporsi a Trump. In verità era un controvertice sbagliato, perché, come stiamo vedendo in questi giorni, a Riad non è partito un negoziato di pace, ma una fase di conoscenza reciproca tra i mediatori americani e i mediatori russi. Nel frattempo un’altra partita si gioca a Kiev, dove un inviato americano sta discutendo con gli ucraini”.

“Una deterrenza europea nei confronti della Russia senza l’America? Non esiste, perché l’Europa dal 1948 in poi si è fatta difendere dagli Stati Uniti e ha pensato che avrebbe potuto continuare così per sempre. È stata una scelta comoda, che ci ha garantito tanto welfare, tanti servizi, tante strutture, ma che non può essere continuata. Anche perché non sei una grande potenza, come pretende di essere l’Europa, se non hai un esercito e una difesa in grado di garantire la sicurezza dei tuoi Stati”.

“Trump vede l’Arabia Saudita come una potenza energetica ed economica, vede Israele come una  potenza tecnologica e con la capacità di sviluppare grandi progetti di high tech; e vede soprattutto l’India come grande potenza economica avversaria della Cina. Vede quindi la possibilità di creare una sorta di canale industriale-tecnologico che colleghi i tre Paesi, una fascia che si contrapponga alla via della seta cinese. Ovviamente collegare il Medio Oriente all’India è un progetto molto complesso, che trasformerebbe i commerci e lo sviluppo industriale di quell’area, anche perché dietro, a favorire questo, ci sarebbero gli Stati Uniti”.

“In questo modo, si potrebbe affidare la Striscia di Gaza e una sorta di stato palestinese alla tutela dell’Arabia Saudita, che lo svilupperebbe e ci investirebbe. Da qui si arriverebbe a una soluzione pacifica del conflitto, portando avanti questo rapporto industriale e tecnologico sull’asse indiano”.

“Questo è il grande progetto. Ovviamente di mezzo c’è l’Iran, che Israele vorrebbe togliere di mezzo bombardando le strutture nucleari, perché la bomba atomica iraniana rappresenta una minaccia esistenziale. Trump non vuole arrivare a questo, preferisce un negoziato molto determinato che costringa l’Iran a consegnare le proprie strutture nucleari, ovvero arrivare a un disarmo volontario”.

“Il caso Paragon? Mi sono imbattuto di una comunicazione del Dipartimento pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno che spiega che questo rifugiato sudanese, David Yambi, che tanto ha raccontato alle televisioni e ai media italiane sulle sevizie imposte dal torturatore libico Al Masri ai migranti, secondo una comunicazione del nostro Ministero dell’Interno del 6 maggio 2024 era sotto inchiesta, era indagato dalla Procura di Palermo. E in questa comunicazione del Ministero dell’Interno, diretta ai nostri servizi di sicurezza, spiega anche che Yambi era sottoposto a intercettazione telefonica e che i suoi telefoni erano controllati”.

“Lui aveva a disposizione dei telefoni che gli erano stati dati dalla ong Mediterranea, quella di Luca Casarini, e che erano sotto controllo, ma non dal governo: erano intercettati dai giudici di Palermo. Quindi qualcosa non funziona: c’è un’inchiesta che non è partita dal governo, ma dalla Procura di Palermo molto prima del caso Al Masri, e puntava ad accertare altre cose. Quali altre cose? L’oggetto della comunicazione parlava di attività di agevolazione degli spostamenti di migranti clandestini sul territorio nazionale: quindi si trattava di qualcosa che riguardava lo sfruttamento dei migranti”.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background