Perché la vera minaccia alle Olimpiadi è l’islamismo
Pier Luigi Pellegrin · 26 Luglio 2024
Sulla rubrica quotidiana “Oltre la pagina” parliamo con Francesca Musacchio, direttore OFCS.Report, di minacce estremiste sulle Olimpiadi e sugli ebrei. A 52 anni da Monaco attorno ai Cinque Cerchi aleggia l’ombra sinistra e assassina di Settembre Nero. Molti atleti israeliani hanno già ricevuto minacce di morte, addirittura anche attraverso degli Sms, nei quali si fa esplicitamente riferimento alla strage delle Olimpiadi bavaresi (morti ammazzati11 atleti, 5 fedayn, 1 poliziotto tedesco). Mentre sui social viene diffuso da poche ore un video (probabilmente girato da componenti di Hamas in uno dei tunnel scavati dall’organizzazione terroristica. Link al video: https://www.ofcs.it/…/olimpiadi-video-di-hamas…/…) nel quale si minacciano azioni di rappresaglia per vendicare gli attacchi israeliani sulla striscia di Gaza.
Nel testo che accompagna il filmato vengono rivolte esplicite accuse al popolo francese e a Emmanuel Macron, colpevoli di sostenere Tel Aviv e i suoi capi criminali: “Voi avete rifornito i sionisti di armi, aiutandoli a uccidere i nostri fratelli, sorelle e bambini. Avete invitato i sionisti ai Giochi Olimpici. Pagherete per ciò che avete fatto. Un fiume di sangue scorrerà per le strade di Parigi, se Dio vuole, il giorno sta arrivando”.
In un altro messaggio, un sedicente gruppo filopalestinese dichiara: “L’Organizzazione per la difesa del popolo annuncia che intende danneggiare qualsiasi presenza israeliana alle Olimpiadi… La lobby ebraica che controlla il Parlamento francese non determinerà più nulla”. A intorbidare le acque ci si è messa anche la tedesca Adidas, che ha scelto di pubblicizzare le proprie scarpe “olimpioniche” (lanciate proprio a Monaco nel 1972) usando come testimonial la modella Bella Hadid, discussa per le sue posizioni antisemite.
“A tutto questo non viene dato risalto mediatico, lo si dice al limite a mezza bocca”, commenta Musacchio, “soprattutto dal mainstream, se non in casi eclatanti: ammettere che il rischio di attacco è altissimo, soprattutto dopo il 7 ottobre e la risposta di Israele, è un argomento politicamente sensibile, perché tutto discende dall’immigrazione incontrollata di anni e anni in Europa. Ma tutti i giorni a Parigi, e non solo, accadono episodi anche minori ma frequenti, aggressioni di vario tipo che vengono derubricate a criminalità comune o imputate a uno squilibrato”.