Patrimoniale: Landini vuole spennare anche Sinner

· 11 Dicembre 2025


Cari ascoltatori, forse è un un problema personale, una questione in bilico tra politica, economia e psicanalisi, il fatto che Maurizio Landini non riesca a evitare di mettere le mani nel portafoglio di qualcuno, tipo con la sedicesima patrimoniale in un Paese che ne ha già una quindicina: senza si sente a disagio, è un’esigenza spontanea cui non può opporsi. L’ultima “vittima fiscale” di questa ossessione è Yannick Sinner, che è stato citato dal segretario della Cigl, ospite su Rai Radio 1 a Un giorno da pecora.

Abbiamo così anche scoperto che Landini, fra una flottilla qua e una Gaza là, pensa anche ad altro (mai ai lavoratori, sia chiaro): è infatti un fine conoscitore di tennis, avendo probabilmente in media più tempo libero dell’operaio medio. Egli segue con passione e attenzione i tornei, quindi alla radio si è dapprima lanciato in una disamina tecnica: “Sinner mi piace, è molto bravo, come tecnica però mi piacciono più Musetti con il suo rovescio o Alcaraz: entrambi tecnicamente sono più divertenti. Ma la velocità, la concentrazione e la forza che ha Sinner lo rendono unico”.

Quando poi il conduttore di Radio 1 lo ha stuzzicato sulla sua proposta di patrimoniale e gli ha chiesto (retoricamente, la risposta era già sì) se anche Yannick Sinner rientrerebbe nella sedicesima patrimoniale auspicata da Landini sui redditi alti – cioè su ricchezze guadagnate o ereditate legittimamente, non su extraprofitti ottenuti grazie a dinamiche extramercato, vedi banche e assicurazioni – la risposta è stata: “Credo che abbia la residenza a Montecarlo”, buttata lì così da ispirare la simpatia del giornalista collettivo, “ma assolutamente sì, sui guadagni che ha in Italia: d’altra parte se ho 10 milioni di euro e ne pago 60 mila di tasse, resto comunque ricco”, ed è sembrato che ne fosse un poco dispiaciuto, di non poter fare piangere di più i ricchi (ricordate lo storico manifesto di Rifondazione comunista?)

Continua sempre Maurizione: ”Se uno ha tutti questi soldi rimane ricco, ma così dà anche un contributo al Paese e lo fa funzionare meglio, questo potrebbe essere anche un elemento di cittadinanza”. Cioè Sinner e gli altri ricchi come lui sarebbero più cittadini se fossero soggetti alla patrimoniale landiniana.

È proprio sbagliata l’ottica, il concetto di aggredire la ricchezza e prevedere la sedicesima patrimoniale in un Paese che ha già una quantità fuori controllo di tasse che colpiscono il patrimonio, quasi sempre tasse sul già tassato, che garantiscono all’erario 50 miliardi l’anno. No, a nostro giudizio l’ottica giusta sarebbe abbassare il carico fiscale, e anche ai ricchi: perché, a cascata, non solo si rende il sistema economico del Paese più attrattivo per gli investimenti, ma permette a chi può generare ricchezza o lavoro di farlo con meno impacci, di diminuire la presenza dello Stato, esattore burocratico già ipertrofico su tutto. Un’ipertrofia fiscale su cui il governo ha già battuto dei colpi, parziali ma migliorativi rispetto al passato.

Ma tutto questo per Maurizio Landini è secondario, perché stasera riuscirà nel suo intento principale, andare a dormire sereno dopo aver ipotizzato una qualche patrimoniale a un riccone da spennare fiscalmente.


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