Cisint: “Bruxelles mutila il presepe: è sottomissione”

· 10 Dicembre 2025


In questa puntata di “Zoom” Anna Cisint, parlamentare europea della Lega, parla con Antonino D’Anna dell’iniziativa – che sta condividendo insieme a Silvia Sardone e Susanna Ceccardi – riguardante la campagna a difesa delle radici cristiane, finite sotto un continuo attacco da parte di chi, in nome del politicamente corretto, vorrebbe imporci un’integrazione al contrario: ovvero l’islamizzazione del nostro continente.

“Ogni Natale è sempre peggio, come denunciamo da anni. Per non ledere la sensibilità di chi ha un credo diverso dal nostro, quindi con un concetto di politica di inclusione al contrario, si vanno ad azzerare i simboli importanti che danno la dimensione di quello che siamo. Arriva Natale, il 25 dicembre nasce Gesù, e che cosa pensa di fare il comune di Bruxelles? Fa un presepe, spendendo anche un bel po’ di soldi pubblici, dove annulla i volti di Gesù, Giuseppe e Maria, facendo un’operazione di spersonalizzazione assoluta. Ma se un Paese si vergogna della sua storia, cessa di essere tale”.

“Ed è per questo che noi tre abbiamo voluto riaffermare questo principio importante: non ci arrenderemo mai alla sottomissione culturale: il presepe è un simbolo importante e chiediamo a tutti di non piegarsi alla paura di offendere qualcuno. Anche perché si sta perseguendo un obiettivo che non verrà mai raggiunto: i seguaci del woke, infatti, non capiscono minimamente che, nel momento in cui ci sarà da scegliere politicamente com chi schierarsi, i musulmani non faranno altro che costituirsi in un partito proprio. Un qualcosa non così distante da quello che aveva profetizzato Oriana Fallaci”.

“Quello per cui stiamo combattendo non è folclore: è rispetto dei valori, delle radici che valorizzano ciò che sei stato, perché vogliamo continuare ad essere quello che negli anni la nostra cultura, la nostra storia, la nostra tradizione hanno potuto costruire. Si tratta di una battaglia per l’esistenza di un popolo che vuole affermare di esserci, anche attraverso un momento importantissimo come quello del Natale. È arrivato il momento di dire basta a inserire dei non-visi in un presepe e a tagliare Gesù Bambino dai canti di Natale. A tutto c’è un limite”.

 


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