Open Arms, la Cassazione “sgonfia” il ricorso

· 26 Novembre 2025


Cari ascoltatori, al momento in cui andiamo in onda sul sito del Giornale, in esclusiva, è comparsa questa notizia: “Caso Open arms, la Cassazione boccia il ricorso dei pm: ‘Non dimostra la sussistenza dei reati’”. E ancora, il sommario: “Il giudizio è contenuto in una memoria di 46 pagine, in cui la Procura generale esprime pesanti perplessità sulla mossa dei magistrati contro il ministro Matteo Salvini”.

Stando a quanto riferisce il Giornale, nella memoria è scritto che “si deve ritenere che il ricorso non dimostra, nella prospettiva di censura della sentenza impugnata, la sussistenza di tutti gli elementi dei reati contestati, al fine di poter dimostrarne la tenuta della posizione accusatoria”: in pratica nel ricorso inoltrato dai magistrati della Procura di Palermo il 20 dicembre 2024 contro l’assoluzione più nitida, quella perché il fatto non sussiste, di Matteo Salvini, non ci sarebbero motivi fondati abbastanza da giustificarlo.

I magistrati di Palermo scelsero l’irrituale metodo “per saltum”, cioè direttamente davanti alla Cassazione, sostenendo che la sentenza di primo grado era viziata da errori formali, nell’interpretazione delle leggi e delle convenzioni internazionali.

Ora, che la Procura generale, che in Cassazione rappresenterebbe l’accusa, esprima pesanti perplessità su questo ricorso, è una buona notizia. Ma molto prima di motivazioni e convincimenti a favore o contro nel merito, questa storia scomoda dei principi a monte: l’autonomia della politica, la separazione dei poteri, che sia legittimo per un ministro dell’Interno perseguire una certa politica, in questo caso quella dei porti chiusi, che aveva ottenuto il consenso popolare alle elezioni. E scomoda il principio che non si possa stabilire per sentenza la politica di un governo su una questione epocale come la gestione dei flussi migratori, che oggi è soprattutto contrasto al traffico di esseri umani.

La sentenza di primo grado ha assolto Salvini perché aveva tutto il diritto di non far sbarcare i migranti che erano sulla Open Arms, la quale – come nel dispositivo viene ricordato – non aveva cercato altre soluzioni, ha puntato dritto verso l’Italia. Era la punta di lancia di una battaglia politica tra un certo establishment, che non ha mai seriamente contrastato il traffico di esseri umani, e il Ministero dell’Interno; l’Italia non era neanche il porto di primo approdo, quindi non c’era motivo di trasformare una decisione politica in un affaire giudiziario. E ora che è emerso che la Procura generale ha pesanti perplessità su questo ricorso anomalo, forse finalmente si farà strada anche in Cassazione uno spiraglio di realtà che va oltre l’ideologia.


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