Comunismo=totalitarismo buono! Parola di dem
Giovanni Sallusti · 21 Novembre 2025
Cari ascoltatori, proviamo un esperimento mentale. Facciamo finta che al congresso giovanile di un movimento di destra, un esponente importante nel suo discorso programmatico sostenga che bisogna rivendicare il fascismo, che bisogna tenere vivo il fuoco del fascismo.
Cadremmo ovviamente in pieno allarme democratico. Verrebbero invocate le purghe, la cacciata di questo giovane dal partito, verrebbe chiesto all’intero gruppo dirigente di scusarsi a reti televisive unificate, di fare professione di antifascismo, saremmo sepolti da editoriali sull’onda nera che non è mai finita e sulla democrazia in pericolo del nostro Paese, insomma tutte cose che già vanno in scena per eventi minori, figurarsi per una cosa così.
Nella realtà è accaduto che al congresso dei giovani democratici di Roma, il segretario Jacopo Augenti si è lasciato andare a un peana nostalgico per le radici comuniste, non solo da non rinnegare, ma da tenere vive nel 2025, facendo piazza pulita di decenni molto sofferti, molto ipocriti, molto taroccati, in cui almeno nella versione ufficiale da quella storia originaria il partito aveva preso le distanze. Ecco, anche quella narrazione è finita tritata dal discorso di questo giovane democratico: “Bisogna tenere vivo il fuoco della rivoluzione che ha acceso un secolo”, e in effetti lo ha acceso, gli ha dato letteralmente fuoco, insieme con l’incendio gemello del nazionalsocialismo, perché il comunismo è stato una delle due teste di questo mostro novecentesco, il totalitarismo.
Se il signor Augenti avesse la bontà di faticare un attimo e di leggersi le riflessioni di Anna Arendt, Karl Popper, Raymond Aron, saprebbe che la filosofia politica più profonda e meno ideologizzata ha messo agli atti che nazismo e comunismo sono state due facce di una stessa mortifera medaglia. Ecco che cosa può rivendicare, il discorso di Augenti: 100 milioni di morti, il massacro dei kulaki e il genocidio ucraino sotto Stalin, la rivoluzione culturale di Mao con i massacri perpetrati dalle guardie rosse, gli orrori del comunismo cambogiano testimoniati negli gli ossari, i teschi accumulati di milioni di cambogiani sotto la tirannia di Pol Pot, e, ancora, gli omosessuali, i dissidenti, i cristiani rinchiusi nei campi e fucilati a Cuba.
Eppure Augenti ci tiene a riprendere proprio quella parola d’ordine lì: “Dobbiamo essere leali alla storia del comunismo italiano che ci ha liberato dal fascismo e dal nazismo”. Dispiace rovinare le sue certezze biginesche, ma dobbiamo: dal nazifascismo ci hanno liberato gli angloamericani, e per fortuna, perché se ci avesse liberato l’Armata rossa che egli ama con tanta deferenza, saremmo piombati da un totalitarismo a un altro, dal lager al gulag, come è successo a molti Paesi dell’est Europa fino al 1989. Certo, c’erano anche comunisti fra i partigiani italiani, e combattevano una dittatura per instaurarne un’altra. Ma la verità è che tutto l’insieme dei partigiani italiani, liberali, cattolici, monarchici, socialisti, azionisti eccetera, da soli non avrebbe liberato nulla: l’Italia è stata liberata dall’avanzata alleata.
Se poi Augenti pensa di rivendicare la storia del Partito comunista italiano, gli faremmo notare che il Pci era molto più lucido di lui e delle nuove leve schleiniane: parlava di lavoro e di fabbrica, non di Lgbt, di schwa e di inclusione, praticava il realismo politico, non il moralismo e il fondamentalismo, per esempio quello gretino; non pensava che la nostra civiltà fosse causa di tutti i mali e teneva gli estremisti alla larga, mentre le giovani leve schleiniane li ha portati dentro il Pd.
Il gran finale del discorso è perfino un ossimoro: “Dobbiamo rivendicare un comunismo democratico”, che è come dire un gelato bollente, non può esistere e non c’è nella filosofia politica un comunismo democratico, Marx e Lenin si offenderebbero: per i padri del comunismo la democrazia era un vuoto abbellimento formale del comitato d’affari della borghesia. Non sapeva niente, questo giovane democratico del 2025: ma questa cosa è passata tranquillamente in cavalleria, perché evidentemente ci sono orrori totalitari meno orrendi di altri…
