Con le pre-intese avanti autonomia!

· 18 Novembre 2025


In questa puntata di “Regioniamoci sopra”, la nostra rubrica che si occupa dei temi che riguardano l’autonomia differenziata, Giuliano Zulin racconta l’importantissima firma delle pre-intese per quanto riguarda l’attuazione dell’autonomia differenziata. Si comincia dal Veneto e dalla Lombardia, per poi proseguire nel giro di pochissime ore verso il Piemonte e la Liguria. Si tratta dell’inizio di un percorso che si basa attualmente su quattro materie: protezione civile, professioni, previdenza integrativa complementare e coordinamento della finanza pubblica in ambito sanitario.

Andiamo sul primo punto: quando accadrà un fatto calamitoso, sarà direttamente il presidente della Regione a poter dichiarare autonomamente uno stato di emergenza e aprire un dossier su determinate problematiche che sono subentrate a livello di protezione civile (alluvione, siccità, terremoto) una volta sentito il ministero competente e ricevendo l’autorizzazione. Una sorta di autonomia fino a un certo punto. Sul tema delle professioni, le Regioni potranno creare degli albi territoriali – e quindi anche mettere dei paletti – su alcune nuove figure lavorative che stanno sorgendo e che meritano di essere normate in qualche maniera per creare una qualifica ufficiale e riconosciuta.

Per quanto riguarda il tema poi dei fondi della previdenza complementare, il nuovo iter potrebbe essere caratterizzato dalle seguenti dinamiche, una volta che entra in vigore l’autonomia: una Regione potrà creare un fondo di previdenza integrativo con le risorse dei lavoratori, magari aiutati  con delle agevolazioni, che verranno poi investiti nel territorio e anche nella stessa azienda del lavoratore, per costruire così un circolo virtuoso. È comunque tutto un campo da costruire. Infine, la sanità: qua la sfida regionale – tra le tante – sarà quella di dare uno stipendio maggiore ai nostri medici, infermieri, personale sanitario e poter intervenire con investimenti su strutture ospedaliere e sanitarie. Il tutto a beneficio esclusivo dei cittadini.

Che cosa succede adesso? Quando il prossimo Consiglio dei Ministri approverà questa intesa preliminare, entro o successivi 60 giorni arriverà il parere della conferenza unificata Stato-Regioni. Dopo un massimo di altri 90 giorni si esprimerà anche il Parlamento, con un parere non vincolante. Il Presidente del Consiglio stilerà uno schema vero e proprio di intesa definitiva da inviare poi alla Regione. Ecco così scattare la fase 2: il Consiglio regionale voterà l’intesa definitiva; dopo di che, entro 45 giorni, il Consiglio dei Ministri delibererà l’accordo e licenzierà un disegno di legge, da trasmettere alle Camere per l’approvazione, che richiederà il voto favorevole il 50% più 1 degli eletti. A quel punto verrà attuato ufficialmente il trasferimento delle quattro materie dallo Stato alle Regioni.


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