Zaia: “Gli immigrati onesti sono più incazzati di noi”
Alessandra Mori · 12 Novembre 2025
In questa puntata di “Filo diretto”, Alessandra Mori discute con Luca Zaia, presidente uscente della Regione Veneto e candidato capolista al Consiglio per la Lega in tutte le sette province, sul bilancio dei suoi quindici anni da governatore e di come sta portando avanti la propria campagna elettorale in vista delle consultazioni venete del 23 e 24 novembre.
“L’ultima volta che io sono stato eletto avevo ottenuto quasi l’80% di voti e dichiarai che mi sarei preoccupato di rappresentare anche quel 20% che non mi aveva votato. Quando uno dimostra di uscire anche dai binari ideologici della propria parte politica fa vedere di essere un amministratore vero e rispettoso di tutti”.
“La mia regione, per mia scelta, ha fatto una cura dimagrante sulla spesa corrente – ho tagliato dal mezzo miliardo di euro iniziale fino ai 60 milioni attuali – e che non applica le tasse, come l’addizionale Irpef, unica Regione a farlo. Siamo i primi in Italia per investimenti sulla sanità e sulle costruzioni degli ospedali. Abbiamo portato avanti battaglie epocali sull’autonomia differenziata e spero che il governo ci permetta almeno di apporre una firma di una pre-intesa prima delle elezioni regionali per le prime quattro materie previste. Sono riuscito a portare le Olimpiadi in Veneto. Tutto questo può sembrare normale, perché i cittadini sono oramai abituati a questo modello di ordinarietà, ma così non è”.
“Il tesoretto che lascio? Almeno un centinaio di inaugurazioni tra sanità, opere stradali e altro. Ora Alberto Stefani porterà avanti queste opere e farà le sue: un amministratore non deve amministrare pensando che dopo di lui c’è il diluvio, i cittadini hanno bisogno di continuità, e con Stefani la garantiamo”.
“In queste settimane di campagna elettorale mi sono messo a disposizione, anche come segno di ringraziamento al mio partito che mi ha sempre dato grandi opportunità e non mi ha mai fatto alcuna pressione. Altri mi hanno vietato di fare la lista civica, che secondo me avrebbe portato un sacco di voti all’intero centrodestra e quindi avrebbe garantito ancora più solidità governativa. Ora sto facendo una campagna con serenità e trovo un sacco di cittadini che non sono distanti dalla politica, ma desiderano semplicemente essere informati. Spiego loro che il nostro avversario non è la coalizione opposta, bensì l’astensionismo”.
“Penso che il consenso dipenda molto dalla coerenza e dal rispetto nei confronti dei cittadini. Dopo di che la base identitaria è la base del consenso, abbiamo degli elettori attenti alla moderazione e alla concretezza: la storia ci insegna che gli estremismi non portano da nessuna parte. Ecco perché su tutta la polemica relativa alle leggi razziali, nata dalle dichiarazioni di Roberto Vannacci, non c’è nulla da puntualizzare: sono state la roba più schifosa nella nostra storia, una ferita sempre aperta, perché abbiamo contribuito come cittadini italiani alla deportazione di ebrei e al loro sterminio programmato nei campi di concentramento”.
“È certo che ormai i cittadini sono usciti da questi schemi mentali destra-sinistra. Non serve essere di destra per pensare che gli immigrati se vengono qui devono comportarsi bene e rispettare le nostre leggi e che ci vuole la certezza della pena. Il Veneto è una regione cosmopolita e non ha mai chiuso le porte a nessuno. Abbiamo 600mila immigrati che si sono integrati, che hanno messo su famiglia, che rispettano le leggi, a cui dobbiamo dire grazie. Quindi non esiste alcun tipo di razzismo: il problema è che le piante che cadono fanno più rumore della foresta che cresce. I migranti onesti sono incazzati più di noi perché qualche loro conterraneo si comporta male. Mio nonno viveva a Little Italy nel 1929, e gli italiani di New York ce l’avevano con Al Capone e con qualche mafioso che li sputtanava, non erano dei delinquenti. Per questo serve certezza della pena, devono capire che non si scherza, che siamo più cattivi che a casa loro. Bisogna punire subito i delinquenti e, se c’è la possibilità, mandarli a casa. Purtroppo a volte crescono, anche velocemente, e diventano anche dei super-delinquenti”.
“Io non ho nessuna contemporaneità: non è che uso la porta girevole per cui esco da una parte ed entro dall’altra. Io sto leggendo di tutto sul mio futuro: che andrò a fare il sindaco di Venezia, il ministro, il presidente del Consiglio… non so dire nulla. Ringrazio anche Ignazio La Russa per le espressioni di stima che mi ha rivolto. Posso dire che questo governo sta facendo bene, che ha aumentato il rating dell’Italia, per cui oggi siamo più credibili sui mercati, e che Giorgia Meloni sta dando una visibilità internazionale unica: sa tenere le relazioni, parla l’inglese come l’italiano e ha una visione. Non serve essere di destra per riconoscere questa specificità, è un momento di orgoglio per tutti gli italiani”.
