Tempi lunghi? Non importa: l’autonomia non si ferma

· 28 Ottobre 2025


In questa puntata di “Regioniamoci sopra”, la nostra rubrica che si occupa dei temi che riguardano l’autonomia differenziata, Giuliano Zulin ripercorre il cronoprogramma del progetto voluto dalla Lega, a otto anni di distanza dai referendum popolari che si tennero in Lombardia e Veneto il 22 ottobre 2017.

Da allora, spiega Zulin, si sono perse diverse occasioni, essenzialmente legate alla durata molto breve dei governi nazionali che si sono succeduti: con Gentiloni si era arrivati alle pre-intese ma poi il Partito Democratico ha perso le elezioni, poi con il governo Conte 1 si è giunti a un passo a delle intese prima che l’esecutivo cadesse, il governo giallorosso non ha fatto sostanzialmente nulla, mentre Mario Draghi si dimise quando sembrava veramente che, nel luglio 2022, mancasse pochissimo all’autonomia differenziata. Infine è arrivato il governo Meloni e ci siamo finalmente dotati di una legge che definisce i paletti su come dovrà essere applicata l’autonomia differenziata in base a quello che scrive la Costituzione Italiana.

Dopo di che è partita un’incredibile campagna da parte del centrosinistra contro la riforma che è culminata con una raccolta di firme a favore di un referendum abrogativo sulla legge Calderoli: il quesito non è stato accolto dalla Corte Costituzionale. Però poi la stessa Consulta ha invece accolto il ricorso di quattro Regioni – Toscana, Sardegna, Puglia e Campania – sostenendo che la legge vada modificata in 13 punti e sottolineando che non si possono trasferire delle materie ma soltanto delle funzioni: un elemento che in realtà non è scritto nella Costituzione e quindi, evidentemente, a volte si va un po’ anche a interpretazione. Vedremo adesso come agirà il Parlamento.

Una delle spine che ha bloccato a livello operativo l’attuazione dell’autonomia differenziata è la definizione dei LEP, ovvero i livelli essenziali di prestazione, per cui determinati servizi devono essere uniformi, con una base comune almeno in partenza su tutto il territorio italiano che appianerebbe le differenze incredibili tra Nord e Sud. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha affermato che ora la procedura è farraginosa, perché le imminenti pre-intese verranno trasmesse alle Commissioni parlamentari che esprimeranno le loro osservazioni e successivamente si dovrà decidere se recepire i contenuti della nuova legge o meno. Il tempo passa e magari arriveremo fine legislatura, quando poi si dovrebbe ricominciare tutto da capo. Resta un fatto: chi vuole l’autonomia differenziata è giusto che la ottenga in base alla Costituzione, chi non la vuole può rimanere tranquillamente senza.


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