Pro-pal: stop alla Vuelta e Sanchez lascia fare
Giulio Cainarca · 16 Settembre 2025
In questa puntata di “Auto da fé”!” Giulio Cainarca racconta quello che è successo in Spagna, dove le proteste dei pro Pal hanno costretto gli organizzatori della Vuelta (la corsa ciclistica nazionale) ad annullare l’ultima tappa, con la complicità del governo presieduto da Pedro Sanchez. “Oltre alle migliaia di filo palestinesi, erano stati identificati anche altri personaggi presenti, molto pericolosi da un punto di vista dell’ordine pubblico. Ma qua la Polizia è stata messa nelle condizioni di non fare nulla. Insomma ci troviamo davanti a un primo caso di un governo che sostiene sia giusto interrompere una manifestazione sportiva di livello nazionale e creare problemi di ordine pubblico per protestare contro Israele”.
“Il quotidiano El Mundo ha scritto che il governo spagnolo ha pianificato il fallimento della Vuelta. Francisco Martín, il delegato a Madrid dell’esecutivo nazionale, in occasione della tappa conclusiva del giro di Spagna ha chiesto ai capi della Polizia di dare una prova di ‘moderazione’: sapeva che c’erano 500 radicalizzati in strada e ha dispiegato appena 560 agenti. Come a dire: fate quello che volete. Sanchez ha quindi deciso deliberatamente di favorire i pro Pal e gli individui più pericolosi che c’erano per strada. I disordini che hanno sospeso la Vuelta sono stati il culmine di un disastro che era stato pianificato fin dalla mattina. I responsabili delle unità di intervento della Polizia avevano ricevuto l’ordine di non usare in alcun modo la forza, nonostante la giornata si preannunciasse molto complicata. La delegazione ha smentito questa ricostruzione, ma i poliziotti hanno invece confermato proprio a El Mundo di avere recepito le disposizioni di osservare e non intervenire”.
“In seguito ai disordini e alla dimostrazione dell’insufficienza del numero di poliziotti, il ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, ha dichiarato che si trattava del maggior numero di agenti in strada dal vertice Nato di Madrid del 2022. Tuttavia i suoi numeri sono in conflitto con i dati effettivi dell’evento di tre anni fa: in quell’occasione furono infatti mobilitati 25mila agenti della Polizia Nazionale, ovvero 16 volte di più di quelli che sono stati messi in campo a Madrid, ben sapendo in anticipo che c’erano dei radicalizzati filo-palestinesi che avrebbero bloccato la strada. Poi, quando è scoppiato il pandemonio, è stato tutto un ‘resistete e basta’, nonostante la polizia anti-sommossa fosse ampiamente equipaggiata per agire. Ora i sindacati delle forze dell’ordine chiedono le dimissioni del delegato Martín, per non avere garantito la sicurezza durante la Vuelta a causa di opportunismi politici”.