Cisint: chiudere i centri, vietare il velo. Combattere la sharia

· 3 Agosto 2025


Antonino D’Anna, inaugurando la nuova stagione della rubrica estiva “Capitaneria di porto”, ha parlato con l’europarlamentare ed ex sindaco di Monfalcone Anna Cisint dei pericoli che si annidano nella proliferazione di centri islamici non autorizzati, dove spesso viene esercitato un denso proselitismo anti-occidentale, e di come è possibile frenare l’avanzata della sharia nelle periferie delle grandi città (e ormai non più solamente).

“Ormai conosco molte persone che si rivolgono a me per raccontare la loro storia, e molte sono storie di sottomissione delle donne: il nostro Paese oggi è davvero sotto minaccia, come tutti i Paesi d’Europa, e alcune situazioni sono al limite della tollerabilità. Per esempio in Francia e in Belgio e in parte anche in Inghilterra”.

“L’ormai famoso report dell’intelligence francese lo dice con chiarezza, la questione è già oltre ogni limite. È così anche in Italia, perché proprio all’interno di quel report si ricorda come, per esempio, in provincia di Verona ci sia una scuola – di cui ho già parlato molte volte – che potrebbe diventare il centro di formazione europeo degli imam. Lo dicono i Fratelli musulmani, gruppo vicino al terrorismo che utilizza i fondi del Qatar attraverso fondazioni affini, come la Charity Foundation”.

“A Monfalcone abbiamo segnato un punto importante: oltre ad aver chiuso le moschee irregolari, sotto il profilo giuridico oggi tutti i sindaci possono verificare se i centri islamici dove si predica e dove si prega sono regolari o meno. È fondamentale farlo perché con la predicazione all’interno dei centri, come dice il rapporto francese, e anche nelle scuole, può essere portata avanti quella loro ideologia ‘di governo’. Ricordiamolo, gli obiettivi di questi estremisti sono due: l’applicazione della sharia e la sostituzione del governo attraverso la sovversione del sistema democratico”.

“A Bologna, il sindaco è riuscito a giustificare la presenza di una moschea profondamente irregolare, che si trova in uno scantinato. Lì dentro gli imam – prima quello che è stato già espulso per sicurezza nazionale, e oggi il suo sostituto, che ha cancellato tutti i video che aveva fatto – dicevano cose gravissime, sulle donne e sul Paese in cui hanno deciso di vivere, l’Italia. Il sindaco di Bologna in pratica autorizza che si proceda alla radicalizzazione”.

“Oggi bisogna anche normare: fintanto che non viene firmata l’intesa tra Stato e religione musulmana, tutti i centri islamici sono irregolari, perché non esiste possibilità di verifica sulle regole d’ingaggio, anzi le  regole d’ingaggio non ci sono proprio. Un’altra misura fondamentale è vietare l’utilizzo del velo integrale. Come Lega, abbiamo presentato mesi fa una proposta di legge: mi domando perché non si proceda, gli alleati su questo devono seguirci, è fondamentale che si dia una dimensione di legittimità, di legalità e di rispetto del nostro Paese. La Svizzera, perfino la Francia, la maggior parte dei Paesi europei hanno vietato l’utilizzo del velo integrale nei luoghi pubblici”.

“Io vieterei tutto ciò che è incompatibile con la nostra Costituzione: il velo integrale, i centri islamici in assenza di regolamentazione. Devono pubblicare i bilanci, dire da dove arrivano i soldi. E vieterei la pratica barbara dello sgozzamento degli animali. Sono tutte cose su cui dobbiamo impuntarci, perché in una società civile sono decisive”.


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