“Convertitevi all’islam”: a Mestre è già Eurabia

· 2 Luglio 2025


Cari ascoltatori, a Mestre siamo finiti in pieno “protocollo Houellebecq”, lo scrittore distopico di “Sottomissione”. È una scena che ormai si avvista quotidianamente in varie città italiane ed europee, perché la sua diagnosi, ahimè, sta trovando riscontri ovunque.

L’ultimo avvistamento è particolarmente inquietante, come dicevamo, è avvenuto a Mestre, alle porte di Venezia, nel quartiere multietnico Piave, dove la presenza della comunità musulmana è particolarmente forte. È successo che nelle cassette delle lettere del quartiere sono state imbucate, a pioggia, lettere che invitano gli italiani e chiunque non sia già fedele all’Islam a convertirsi, diventare musulmano.

Ecco l’inizio: “Ciao, mio rispettato lettore, mi chiamo Imran e sono un musulmano. Vorrei condividere con te come una persona può entrare in Paradiso. Sono un musulmano che diffonde il messaggio dell’unico Dio che ci ha creato. Nel giorno del giudizio Allah mi chiederà, vivevi in Italia? Hai consegnato il mio messaggio al popolo italiano? In quel momento sarò in grado di rispondere ad Allah: sì Allah. In secondo luogo, quando incontrerai Allah nel giorno del giudizio, non potrai trovare una scusa dicendo: Allah, ho vissuto in Italia per 90 anni ma non ho mai ricevuto il tuo messaggio”.

Questo atto corrisponde a quella che in arabo si chiama “dawa”, che indica proprio l’azione obbligatoria di proselitismo per l’Islam che deve praticare ogni buon musulmano. Tanto che in uno degli hadith, i detti che insieme con il Corano compongono le architravi della suddetta teologia, questo atto di proselitismo è indicato come il primo dei tre passi da intraprendere per evitare un conflitto armato con i politeisti considerati “nemici recuperabili”, quelli che credono in altri dei.

Sapete quali sono i due passaggi successivi, se non funziona il proselitismo? L’imposizione fiscale e la violenza. Ora, capite che si tratta di uno scenario raccapricciante, su cui crediamo e speriamo che le autorità stiano facendo tutte le verifiche del caso. Non vogliamo che Mestre, né alcuna altra città l’Italia, diventi un’appendice di quella che Oriana Fallaci, un’altra che ci aveva tragicamente visto lungo, ha chiamato Eurabia.


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