Volevano l’atomica per chiamare il loro messia

· 22 Giugno 2025


In questa puntata di “Alta tiratura”, Alessandro Gnocchi entra nel merito del conflitto Israele-Iran parlando di alcuni libri che aiutano a capire l’attualità sotto il profilo storico e filosofico, e in particolare i motivi per cui l’Iran non può avere la bomba atomica.

Un classico contemporaneo è “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi (Adelphi, 384 pagine, 13 euro). È un memoir che racconta la storia dell’autrice, professoressa di letteratura, che negli anni ’90 riunì nel suo salotto a Teheran un gruppo di lettura di romanzi occidentali proibiti in Iran. Un elenco di libri  completamente innocui, anzi di letture quasi obbligate per chi si occupa di letteratura, fra i quali “Lolita” di Vladimir Nabokov, “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald e “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, che in Iran sono ritenuti immorali. Il romanzo intreccia la vita di queste donne con i libri che stanno leggendo, sotto il regime totalitario fondato sull’islam: la narrativa occidentale diventa un atto di resistenza contro la repressione culturale e politica del regime. L’aspetto che va messo in luce è che sotto una repressione durissima esistono comunque delle donne emancipate, ribelli, colte: non tutta la società iraniana vive nel Medioevo.

Un altro libro, più importante, è di uno storico britannico che ha insegnato in America quasi tutta la vita, Bernard Lewis. È stato pesantemente criticato per le sue tesi, ma è anche considerato il massimo esperto del mondo arabo, della cultura araba e della storia del Medio Oriente. È accusato di avere una visione troppo occidentale e a volte troppo politicizzata del mondo islamico. Il suo contraltare sarebbe Edward Said, uno studioso palestinese che ha insegnato in America, di cui è celebre il saggio “Orientalismo” ed è un po’ la figura che ne fa da contraltare: Said contesta la visione occidentale applicata a un mondo completamente diverso, quello orientale.

Lewis, soprattutto negli scritti posteriori all’11 settembre 2001, sostiene che la chiave stia nella divisone dell’islam in sunnita e sciita (originariamente sulla questione dell’erede del Profeta), che fra loro sono in guerra da sempre. Secondo Lewis, è vero che gli attentati di Al-Qaeda provenivano dal mondo sunnita, ma l’Islam veramente pericoloso è quello sciita, quello che fa capo all’Iran. E in effetti i sunniti ora hanno un’alleanza, anche militare, con gli Stati Uniti e con il mondo occidentale, in chiave proprio anti-sciita.

Lewis sostiene che la parte degli sciiti che è al governo a Teheran ritiene che arriverà la figura del Mahdi, che possiamo tradurre con messia, figura che porrà fine ai tempi: nella loro visione apocalittica, il Mahdi farà il giudizio universale, finiranno i tempi e finalmente potremmo vivere in armonia con Dio oppure venire cancellati.

Il Mahdi è atteso come un redentore escatologico, e questi sciiti credono che si debba creare un grande caos globale per accelerarne la venuta. Ora, che cosa c’è di meglio che tirare una bella atomica per provocare il caos globale? Questa è la motivazione culturale alla base dell’affermazione che l’Iran non può avere la bomba atomica, perché si crede che, una volta ottenuta la bomba, gli iraniani la tireranno. La deterrenza classica non può funzionare contro un regime che crede che la fine del mondo sia desiderabile e anche dietro l’angolo.

La prima obiezione che è stata posta a questa visione di Lewis è di aver esagerato il peso reale delle idee apocalittiche nella politica iraniana, anche se sono parecchie le dichiarazioni che in realtà vanno in quella direzione. È criticato per aver contribuito a dare una lettura allarmistica e ideologica dell’Iran, spingendolo ancora più nell’angolo; e per aver mescolato l’analisi storica con la politica, che nel suo caso è di stampo neoconservatrice. Lewis non aveva legami strettissimi con i neocon che tenevano banco con Bush junior, però certamente le sue idee hanno avuto un influsso politico evidente.

Far gli studi di Lewis, è interessante la lettura di “Gli arabi nella storia” (Laterza, 258 pagine, 11 euro), scritto ben prima che questa storia tragica iniziasse, ma che spiega molto bene in che cosa consiste la visione apocalittica del futuro, della storia, propria degli elementi islamici che stanno al governo in Iran e che se dotati di bomba atomica potrebbero decidere di tirarla tranquillamente.


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