Fiamma Nirenstein: Trump o no, Israele andrà fino in fondo
Giovanni Sallusti · 21 Giugno 2025
Per la nostra rubrica “Parlando liberaMente”, l’intervista settimanale con i protagonisti dell’attualità, della politica, del giornalismo, Giovanni Sallusti parla di Israele e degli sviluppi nella guerra contro l’Iran con Fiamma Nirenstein, editorialista de Il Giornale e membro del Jerusalem center for security and foreign affairs.
Israele andrà fino in fondo, anche se Donald Trump decidesse di non intervenire? “Netanyahu in una bella intervista alla tv italiana ha detto ‘intanto noi facciamo tutto da soli, e possiamo andare fino in fondo da soli’: credo che lo possa fare davvero, abbiamo visto tante volte agire gli israeliani con le forze di terra, o fare delle operazioni incredibili, oppure in più puntate; o scoprire che erano pronti, avevano da tempo sul terreno uomini e strutture e nessuno se lo aspettava”.
“L’Iran vuole la bomba atomica non solo per distruggere Israele, ma per conquistare il Medio Oriente ed estendere il suo dominio sull’Occidente. L’errore è pensare che siano solo parole: lo vogliono davvero e considerano Israele e gli Usa i suoi guardiani da distruggere, e Israele per di più si trova nel cuore del mondo islamico. Alla base di tutto questo c’è l’ideologia del mondo sciita di cui l’Iran è il capo, la prospettiva escatologica della venuta di un messia che porta nel mondo la salvazione totale”.
“La fine del regime non è negli obiettivi dichiarati, perché in qualsiasi democrazia un cambiamento di regime e prospettiva politica è in mano alla volontà del popolo, quindi la scelta deve essere affidata esclusivamente agli iraniani. Il popolo iraniano ha detto la sua già molte volte, dal 1979 ci sono state almeno dieci rivolte per l’insofferenza vitale, economica, morale della gente di fronte a questo regime che impicca gli omosessuali, perseguita e uccide le donne, che ha sulla coscienza un numero efferato di esecuzioni nei confronti di chi si oppone all’ideologia vigente. L’80% della popolazione iraniana desidererebbe vivere sotto un regime laico. Aspettiamo di vederli uscire nelle piazze”.
In Italia i progressisti sembrano alleati dei peggiori oscurantisti: “Leggo delle cose assurde, dei post da non credere: gente che dice che il regime è quieto e che ormai si avviava a una trattativa, o che nessuno può dire con certezza che volesse colpire con la bomba atomica, mentre gli ayatollah stessi lo hanno detto tante volte, per poi negarlo”.
“Nei miei libri ‘La guerra antisemita contro l’Occidente’ e ‘Jewish Lives Matter’, spiego che questo atteggiamento lo ha già spiegato Gramsci a suo tempo. L’egemonia è sempre la cosa più importante: negli anni immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale l’idea della pace e a quella della riscossa dei Paesi del Terzo Mondo si sono coniugate nella strategia dell’Unione sovietica. L’Urss ha costruito un castello di bugie che si è poi trasferito nella sinistra durante tutte le sue fallimentari trasformazioni, fino a quella woke contemporanea, per la quale il mondo è fatto addirittura tutto di oppressi. Se poi gli oppressi, tipo gli omosessuali a Teheran, vengono impiccati in piazza non importa, l’importante è che marcino contro Israele, perché Israele fa parte della squadra bianca degli oppressori colonialisti, imperialisti e anche genocidi”.
“Che cosa farà Trump? Lui alla fine segue il suo intuito, lo ha anche detto. No so se aspetta qualche informazione ulteriore, ma posso arguire che voglia capire che cosa gliene viene a lui. Di certo Israele ha lavorato bene e gli ha pulito la strada per levare di mezzo questo regime così lesivo dell’ordine internazionale; e se a questo punto Trump riuscisse a completare l’operazione e magari a spingere verso un cambio di regime, la storia guarderebbe a lui come lui desidera essere guardato. Ma può essere anche che gli basti ottenere la cosa basilare, che l’Iran non abbia la bomba. Trump si è messo anche contro il mondo Maga che è molto isolazionista, ma questi sono epifenomeni rispetto al fenomeno generale, che è: possiamo combattere, non abbiamo avuto il ‘don’t’, mentre Biden non faceva altro che dire ‘don’t'”.