L’Anpi si dimentica chi è: sta con i nazi-islamici
Giovanni Sallusti · 19 Giugno 2025
Cari ascoltatori, all’elenco di associazioni pseudo-progressiste che si rivelano neo-oscurantiste e cantano cori pro-Ayatollah, se ne è unita una particolarmente straniante: l’Anpi, esatto, l’Associazione nazionale partigiani, da lustri diventata un attore politico che fiancheggia la sinistra più radicale. Già ha di suo dei bei controsensi, per esempio anagrafici, perché il presidente Gianfranco Pagliarulo è nato dopo la guerra, nel 1949; ma il fatto più eclatante è che con il conflitto fra Israele e Iran ha preso vita una nuova creatura: i partigiani per il nazi-islamismo.
“La Segreteria nazionale Anpi condanna con gravissimo allarme l’aggressione di Israele nei confronti dell’Iran in violazione di qualsiasi norma del diritto internazionale e della convivenza fra i popoli”, due note stelle polari del regime iraniano. Sicuramente è nel nome del diritto internazionale che la teocrazia islamista degli ayatollah ha creato, armato, sostenuto un asse del male con Hezbollah, Hamas (gli sgozzatori di bambini autori del pogrom del 7 ottobre), Houti, il regime di Assad. E sicuramente Teheran stava accumulando uranio per ottenere la bomba atomica in nome della convivenza tra i popoli. E ci sarebbe anche quel dettaglio, sempre parlando di convivenza tra i popoli, che Kamenei e soci prevedono a chiare lettere la cancellazione dello Stato di Israele.
L’Anpi continua: “Non è in discussione la odiosa natura teocratica e oscurantista del regime di Teheran. Sono in discussione i fondamenti della pace mondiale e della coesistenza fra popoli e nazioni con diverse forme di governo”. Cioè, secondo loro la democrazia israeliana e il totalitarismo nazi-islamico di Teheran possono convivere! Con questa logica l’Anpi potrebbe anche sostenere che si può convivere con fascismo e nazismo: che senso hanno avuto allora la Resistenza e l’insurrezione armata contro il nazifascismo?
Ovviamente, c’è sempre una colpa americana: “Si accresce il rischio di un nuovo conflitto globale”, “davanti agli attacchi e contrattacchi in corso fra Israele e Iran, a fronte di un G7 diviso e depotenziato dall’atteggiamento americano”. Per costoro, se Trump interverrà sarà colpa degli Stati Uniti, e se Trump non interverrà sarà colpa degli Stati Uniti. È il mantra dell’ultrasinistra. Tra l’altro, se nella Seconda guerra mondiale gli americani fossero rimasti a casa loro, i partigiani che l’Anpi dovrebbe rappresentare non sarebbero mai riusciti a liberare l’Italia.
Poi nel comunicato ci si lamenta ovviamente della tensione internazionale e si ricorda che “l’aggressione all’Iran ha fatto scomparire sui media la tragedia indicibile di Gaza”, dimenticando che le due cose sono collegate strettamente, perché la tragedia di Gaza è in atto a causa degli sgherri di Hamas – che hanno fatto il pogrom del 7 ottobre, che esercitano la politica degli scudi umani sul sangue dei bambini palestinesi – i quali rispondono ai gentiluomini di Teheran.
Infine, l’Anpi “fa appello alle forze sociali e politiche del Paese affinché l’Italia richieda con forza la fine dell’aggressione israeliana all’Iran”, ma non chiede la fine del programma nucleare il cui scopo è la distruzione di Israele, né la libertà del popolo iraniano, inclusi i diritti elementari per le donne e che magari un omosessuale non sia impiccato perché omosessuale. Niente, il cattivo è Israele.
Così, ci tocca prendere atto della nascita di questa nuova creatura dadaista, i partigiani per il nazi-islamismo. Chissà si siamo arrivati allo stadio finale, a sinistra sono capacissimi di inventarsi qualcos’altro.