I sindacati non capiscono: sciopero per gli ayatollah

· 18 Giugno 2025


Cari ascoltatori, ancora una volta da un lato c’è la tragedia mondiale e dall’altro c’è la commedia italica. La tragedia mondiale ovviamente è la guerra di reazione dello Stato degli ebrei dopo il pogrom del 7 ottobre da parte di Hamas, il culmine di una strategia di aggressione allo Stato di Israele guidata da Teheran con lo sgozzamento di civili, donne violentate, tutto il campionario di orrori che ben conosciamo. Israele ha amputato le braccia della piovra – Hamas ridotta al lumicino, Hezbollah fortemente idebolita, in Siria Assad caduto – e adesso punta alla testa, perché l’Iran sta per avere la bomba atomica. Per cui, ripetiamo, Israele combatte anche per noi occidentali, tanto che lo stesso Donald Trump non si stanca di dire che uno Stato nazi-islamista che ha una visione apocalittica e millenarista non può essere dotato della bomba nucleare.

Poi c’è la commedia italica, lo sciopero per gli ayatollah: per venerdì 20 giugno, infatti, è stato indetto uno sciopero generale dai sindacati di base, la cui piattaforma potrebbe essere stata scritta di pugno da Khamenei: un cappello “contro il riarmo e l’economia di guerra”, tra l’altro mischiando quello europeo (sul quale siamo critici) con la Nato, con il Medio Oriente; e poi la narrazione anti-israeliana, per la “cessazione del conflitto in corso nella Striscia di Gaza e del conseguente massacro di civili”, la cui colpa è di Israele “che continua il genocidio in Palestina e sta spingendo su una terrificante escalation internazionale”, come fosse una verità consolidata, e come sempre operando una agghiacciante inversione di senso e di valori.

Questo ci dicono le sigle del sindacalismo di base, Cub e Usb: la colpa è di Israele, non dell’Iran che dalla sua nascita vuole cancellare lo Stato degli ebrei, che definisce l’Occidente come grande Satana, che ha costruito una macchina della morte in Medio Oriente con Hamas, Hezbollah, Houti, il regime di Assad, un sistema di terrore che imprigiona i dissidenti, impicca gli omosessuali, sfracella il cranio alle donne se si tolgono il velo e anche se lo mettono male, tiene aperte delle prigioni come luoghi di tortura in cui puoi finire inghiottito per qualunque motivo non piaccia agli ayatollah.

La realtà è che questa dittatura è una minaccia esplicita per il mondo libero, è dedita da quando è nata a un escalation anti-israeliana, anti-occidentale, e anche contro altri pezzi di mondo islamico (è in storica contrapposizione con l’Arabia Saudita): e tutto questo fra gli applausi degli intellettuali occidentali ricordiamo il grande abbaglio sugli ayatollah da Sartre a Foucault, a tutta la gauche caviar.

Israele sta provando a farla finita con questo regime terrorista e i sindacati hanno indetto questo sciopero generale, perché i lavoratori sono “piegati dalle scelte di guerra”, anche se non si capisce come; d’altronde i sindacati non frequentano un lavoratore in carne e ossa da anni, ne hanno perso il contatto.

Insomma, siamo sempre al delirio ideologico: Israele come punta avanzata del mondo libero cerca di staccare la testa al serpente totalitario degli ayatollah che si armano con l’atomica, e in Italia venerdì andrà in scena uno sciopero che adotta la piattaforma dei medesimi ayatollah. Diciamo che come produttori di commedie siamo sempre, sempre molto ingegnosi.


Opinione dei lettori
  1. Nerina   Di   18 Giugno 2025 alle 16:27

    Che vadano tutti in Iran, compreso mogli e figli. Questi soggetti in questi anni hanno più volte preso in giro i lavoratori. Questi corrotti hanno condotto il nostro Paese allo sfascio. Non solo non servono a nulla, m sono deleteri e ci stanno trascinando verso il baratro.

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background