Dite a Rose che Hamas è il contrario del Pride

· 16 Giugno 2025


Cari ascoltatori, l’ultima immagine-simbolo del progressismo convertito in una forma di ridicola e inquietante di neo-oscurantismo è arrivata dal 31esimo Pride di Roma, manifestazione arcobaleno per i diritti della comunità LGBTQIA+ (sarà aggiornato?). La madrina d’eccezione di quest’anno è stata la cantante Rose Villain, che al culmine delle celebrazioni, in testa al corteo, ha sventolato felice due bandiere palestinesi. Cioè due bandiere che oggi rappresentano la causa di Hamas, che incarna l’omofobia islamica, alla manifestazione in cui si dovrebbero denunciare le condizioni in cui le persone omosessuali, transessuali, bisessuali vivono oggi e hanno vissuto per lustri nella Gaza ancora monopolizzata da quegli sgherri.

Questo momento di Rose Villain è stato l’apice comunicativo di una follia reiterata lungo tutto il corteo, veder sventolare fianco a fianco decine di bandiere arcobaleno e decine di bandiere palestinesi. Crediamo che la cantante abbia fatto questo gesto senza avere coscienza della contraddizione: ormai quella causa e quella bandiera sono diventate un segnale di riconoscimento dello star system, per strizzare l’occhio al pubblico genericamente per bene. È lo stesso motivo per cui Elodie recentemente ha chiuso un concerto sventolando pure lei la bandiera palestinese, dopo aver cantato e ballato in abiti che, ne siamo abbastanza certi, non le sarebbero stati concessi nella Gaza di Hamas, e che invece avrebbe potuto indossare serenamente nel malvagio Israele del malvagissimo Netanyahu.

Rose Villain e le altre star che sventolano così volentieri devono essere all’oscuro che Hamas le persone omosessuali le tiranneggia e spesso le lancia dai tetti dei palazzi solo perché sono omosessuali. Perfino alcuni capi di Hamas sono stati arrestati con l’accusa di essere omosessuali, e poi torturati e uccisi, dopo di che se la sono presa anche con i loro familiari.

E a Elodie vorremmo chiedere anche se ha presente le condizioni della donna sotto la sharia terrorista di Hamas, se sa che la testimonianza di una donna vale metà di quella di un uomo, che non esiste in pratica lavoro femminile, e che non esiste emancipazione, tantomeno emancipazione del corpo.

Queste pop star che ce la menano ogni due secondi con il maledetto patriarcato bianco, italiano, europeo, occidentale, hanno chiaro che nella Palestina di Hamas vige una delle forme più tetre e, lì sì, oppressive di patriarcato? Probabilmente no, ma temiamo che neppure interessi, perché ormai la causa palestinese è uno spot che attira le anime belle. Chissà se con il Pride per Hamas le abbiamo viste tutte.


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