Ma la vera colpa di Casarini è politica
Giovanni Sallusti · 30 Maggio 2025
Cari ascoltatori, giusto perché la cronaca ha i suoi diritti, stamattina parliamo di Luca Casarini, storico leader dei no global, poi riciclato nel grande armamentario ideologico delle ong e relativa flotta mediterranea, come tutti sanno. La notizia è che andrà a processo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina insieme con il comandante della ong Mediterranea Pietro Marrone, il rappresentante della società armatrice Giuseppe Caccia e altri imputati. La vicenda si riferisce a quanto è accaduto l’11 settembre 2020, quando la nave Mare Ionio, che fa parte della flotta di Mediterranea, imbarcò 27 migranti dalla petroliera danese Maersk Etienne, che li aveva raccolti al lago di Malta. Tre mesi dopo, la proprietà della Maersk Etienne ha corrisposto 125 mila euro alla Idra Social Shipping, società armatrice della Mare Ionio, con la causale “servizi di assistenza forniti in acque internazionali”.
Tra gli atti di quest’inchiesta c’è anche la famosa telefonata tra Casarini e Alessandro Metz, legale rappresentante della Idra Social Shipping: “Domani a quest’ora potremo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché arriva la risposta dei danesi”. Gli inquirenti sospettano un meccanismo coordinato che di fatto ha incentivato l’immigrazione clandestina.
Va subito sottolineato – farlo in questo Paese non è scontato – che per questa accusa Luca Casarini è innocente fino a prova contraria. Il punto su cui invece ci possiamo sbilanciare, come abbiamo
mo già fatto in passato, è che al di là dell’aspetto giudiziario, dal nostro punto di vista Luca Casarini è colpevole politicamente. Casarini porta avanti un’agenda politica folle e masochista per gli interessi dei cittadini italiani e occidentali, un’agenda scriteriatamente immigrazionista. Intendiamo non l’immigrazione come fenomeno fisiologico, ma come patologia dei nostri tempi, che corrisponde a un vero e proprio traffico di esseri umani, un’immigrazione di massa, spesso clandestina, che va ad alterare le identità dei Paesi europei sui quali quei flussi si versano.
Non è una tesi xenofoba e ultrasovranista, ma quello che per esempio è scritto in un recente report dei servizi francesi, secondo il quale in Francia c’è un reale rischio sharia e le enclave sono talmente diffuse che di fatto in quelle aree vige un altro codice, un altro universo di valori. Ed è questo il grande abbaglio politico e ideologico di tutti i Luca Casarini. Non sappiamo se lo sia per interesse o per convinzione ideologica, ma il risultato è comunque una follia, l’inedito caso nella storia umana di una civiltà che si suicida: l’avevano già capito persone tutt’altro che estremiste, come Oriana Fallaci e Michel Houellebecq, e questa è la posta in palio.
Non è un caso infatti che Casarini sia passato dall’agenda no global-anticapitalista, contro il grande satana americano e il benessere occidentale, all’agenda immigrazionista: il nemico è lo stesso, la nostra (ma anche la sua) civiltà, che quelli come lui vogliono sciogliere nel multiculturalismo indifferenziato, nell’accoglienza acritica, nel frullato di storie e identità. Ma le storie e le identità non si possono frullare all’infinito, perché alla fine non ne resterà più niente.