Per le anime belle, contro i bianchi non è mai razzismo
Giovanni Sallusti · 23 Maggio 2025
Cari ascoltatori, oggi impariamo un altro dogma della religione politicamente corretta, che noi miscredenti reazionari non conoscevamo: la discriminazione dipende dal colore della pelle del discriminato. È un dogma a tutti gli effetti razzista, perché il discrimine è comunque il colore della pelle. E se quel colore è bianco, la discriminazione non c’è.
È una cosa che abbiamo appreso oggi dai giornaloni in coro, che crocifiggono Donald Trump per quel che è successo nello studio ovale con il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa, a proposito delle violenze e delle persecuzioni che in Sudafrica subiscono gli eredi degli esploratori olandesi, tendenzialmente protestanti, di pelle bianca: cosa che viene sottolineata perché il colore a lor signori importa molto.
L’incontro era centrato su un’importante parte commerciale e sulla decisione di Trump di tagliare gli aiuti in risposta a una controversa legge del governo sudafricano che consente di espropriare terreni privati a una serie di condizioni (per esempio se non sono sistematicamente utilizzati), allo scopo di riequilibrare una sproporzione storica: a causa del razzismo contro i neri, la minoranza bianca (meno del 10 per cento) detiene i tre quarti delle aziende agricole. La legge nasce con quello spirito, ma si presta anche ad arbitrarietà e a violenze di segno opposto.
Trump a un certo punto ha mostrato pagine di articoli, foto, video che riferivano di violenze ai danni di sudafricani bianchi; il presidente Ramaphosa ha più o meno replicato con una verità, che queste violenze vengono da una minoranza di estremisti e che vanno contro linea del governo (ci mancherebbe), ma ha tentennato quando Trump ha osservato che questi criminali non è che vengano particolarmente perseguiti.
Ma al di là della cronaca spicciola, colpisce l’odierno negazionismo del mainstream su questo tema, di cui ignora fatti e numeri. I dati forniti da Free Forum, gruppo attivista per i diritti civili, riportano che dal 2010 al 2023 sono state registrate 4.308 violenze nei confronti di agricoltori e allevatori bianchi, con più di 800 morti e un picco di 82 assassinii nel solo 2017. Sarà forse anche per questo che il Dipartimento di Stato americano ha ricevuto 8 mila richieste d’asilo avanzate dagli afrikaner, di cui finora 59 sono state accolte.
Che cosa vogliamo dire? Che abbiamo rispetto delle parole: non parleremo mai di genocidio bianco perché non esiste, come non esiste un genocidio a Gaza (il termine genocidio ha una precisa codificazione e non c’entra con queste situazioni). Ma negare che in Sudafrica ci siano episodi di violenza e di discriminazione, di caccia all’uomo bianco, che esistano bande estremiste sottovalutate dal governo sudafricano non si può, perché sono fatti. E se il discriminato è bianco per noi è comunque discriminazione, lasciateci essere miscredenti.