La Cina insegna la libertà accademica agli Usa? ahah
Giovanni Sallusti · 23 Maggio 2025
Cari ascoltatori, va bene che siamo nell’era in cui vale tutto, della post-verità eccetera, ma la Cina comunista che dà lezioni agli Stati Uniti d’America su libertà di istruzione e non ingerenza dello Stato nell’università, anche no: ed è un no che prescinde da tutto quello che si può pensare di Donald Trump.
Il caso nasce dalla pesante decisione dell’amministrazione Usa di revocare all’ateneo di Harvard la possibilità di iscrivere studenti internazionali. Il Dipartimento per la sicurezza nazionale l’ha messa così: “La leadership di Harvard ha creato un ambiente universitario non sicuro, consentendo ad agitatori antiamericani e filoterroristi di molestare e aggredire fisicamente individui, tra cui molti studenti ebrei”. Che Harvard sia diventata teatro di retorica e azioni violente antisemite, è cronaca. Qui a Radio Libertà il nostro Antonino D’Anna intervistò uno studente ebreo di Harvard che aveva denunciato la sua stessa università per antisemitismo. In più, il Dipartimento ha accusato i vertici di Harvard di coordinarsi, nel praticare questa politica, con il partito comunista cinese: sarà da dimostrare, ma intanto la decisione dell’amministrazione Usa è sovrana.
Tra coloro che si sono scandalizzati ci sono molti ipocriti e l’interlocutore inaccettabile: proprio Pechino ha reagito indignata, dicendo che “la decisione danneggia la credibilità degli Stati Uniti e i reciproci legami accademici” e affermando che la Cina “si è costantemente opposta alla politicizzazione dell’istruzione”. Su, non proprio tutti abbiamo l’anello al naso: la Cina è il più grande totalitarismo sulla terra, ha un partito unico che coincide con lo Stato e con i gangli del potere politico ed economico, ed esercita un controllo capillare sul territorio. In Cina non esiste libertà accademica, vige l’indottrinamento scolastico dai primi gradi di istruzione all’università, secondo un dogma marxista-leninista aggiornato a una strana forma di capitalismo di Stato.
Ma non c’è alcuna libertà, men che meno di ricerca e di dissenso: un accademico cinese non può parlare liberamente di democrazia, né di diritti individuali o sindacali. Il partito comunista del Dragone si occupa di determinare la vita dei sudditi dalla nascita alla tomba, figurarsi in un aspetto decisivo come l’istruzione, da sempre molto attenzionato dai totalitarismi.
Ragion per cui, che un Paese del genere ricordi agli Stati Uniti d’America che non bisogna politicizzare l’istruzione va oltre il ridicolo, oltre il surreale. Eppure questa cosa è riportata su tutti i giornaloni come una notizia seria: sarebbe come prendere per vero che Bukowski fosse contro l’abuso di alcol o che Cicciolina decantasse le virtù di verginità e astinenza.
Noi a questo ossimoro demenziale ci ribelliamo; il più grande totalitarismo comunista del mondo in nessun settore, men che meno sull’istruzione, può dare lezione di libertà alla più grande democrazia del mondo.