Lorsignori si rassegnino: Trump va verso la pace
Giovanni Sallusti · 20 Maggio 2025
Cari ascoltatori, sta accadendo quello che i soloni e le anime belle ci avevano assicurato non sarebbe mai successo: Vladimir Putin è dentro lo schema Trump del negoziato, e la telefonata di ieri sera ha segnato dei passi in avanti su un percorso che porti alla pace in Europa. I soloni però non se ne accorgono, perché sono molto impegnati a lucidare il cappello da Napoleone al Bonaparte immaginario Emmanuel Macron e a sostenere il bluff dei volonterosi, che fanno finta di poter fare da soli ma senza l’America non hanno alcuna cogenza né politica né militare.
Così, mentre la bolla prosegue nella sua finzione, i due leader vanno avanti: questa mattina il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ci ha informato che i contatti diplomatici tra Russia e Ucraina, intendendo quelli convenzionali e duraturi, sono stati ristabiliti, fatto molto più importante delle interlocuzioni parziali come quella avvenuta in Turchia, che non ha portato a quasi niente.
Per quanto riguarda la telefonata, ognuno ha il suo racconto e le due condotte sono diverse: Putin continua a dilazionare il percorso della trattativa, a riempirlo di specifiche e di perifrasi in modo da andare, intanto, a conquistare qualche altro chilometro di steppa del Donbass. Ma non mette in discussione lo schema del negoziato, anzi si è detto non solo favorevole a una risoluzione pacifica della crisi ucraina (con Biden non era mai successo), ma ha anche proposto un passaggio concreto del percorso: “La Russia è pronta a lavorare con la parte ucraina su un memorandum, su un possibile futuro accordo di pace, con la definizione di una serie di posizioni, come ad esempio i principi della soluzione, i termini di un possibile accordo di pace e così via, compreso un possibile cessate il fuoco per un certo periodo di tempo se vengono raggiunti gli accordi pertinenti”. In sintesi: siamo pronti a concordare con la controparte un memorandum sulle regole d’ingaggio del negoziato, e se va in porto daremo l’ok al cessate il fuoco. Non è ancora il risultato che vorrebbe Trump, ma è un passo avanti.
Il presidente americano, infatti, nelle sue comunicazioni dopo la telefonata ha ricominciato a incalzarlo: “Russia e Ucraina avvieranno immediatamente negoziati per un cessate il fuoco e soprattutto per la fine della guerra, le condizioni per farlo saranno negoziate tra le due parti perché conoscono loro i dettagli di una trattativa di cui nessun altro è a conoscenza”. Trump quindi sdogana il format del memorandum, poi va a stanare Putin sul piano economico-commerciale: “La Russia vuole avviare un commercio su larga scala con gli Stati Uniti una volta concluso questo catastrofico bagno di sangue e io sono d’accordo. La Russia ha un’incredibile opportunità di creare enorme quantità di posti di lavoro e di ricchezza”. Trump in pratica ricorda a Putin che la situazione economica causata dalla guerra sarà alla lunga insostenibile, l’economia russa è a crescita zero, l’inflazione è intorno al 10%, i prezzi dell’energia sono calati, e intanto vengono feriti o uccisi 1.500 soldati al giorno. Però può entrare nella visione della pax trumpiana, che è all’insegna del binomio pace e commercio, cioè prosperità.
Poi Trump coglie al volo l’assist diplomatico di Papa Leone XIV, la sua idea di ospitare i negoziati in Vaticano, il che suggerisce che il Papa americano e il presidente americano sono molto meno lontani di quello che la vulgata progressista ci ha raccontato: non è casuale che ieri il vicepresidente J.D. Vance fosse in udienza dal Santo Padre. Infine, Trump ha detto ai giornalisti “ho una linea rossa, ma non posso dirla perché il negoziato è già abbastanza complicato”. Probabilmente stava alludendo a sanzioni molto pesanti, anche sotto forma di dazi enormi alla Russia e a chi commercia con la Russia, e a rifornimenti di armi all’Ucraina come mai visti prima.
Il percorso è irto di difficoltà, Putin continua a giocare a scacchi e Trump a incalzarlo per andare a vedere le carte; ma, uno alla volta, i passi verso la pace in Europa ci sono. Sono ripresi i contatti diplomatici fra Mosca e Kiev e c’è un primo impegno da parte russa, un memorandum per costruire il negoziato. Lor signori ci avevano detto che non sarebbe mai stato possibile, ma non è la prima volta che cannano le analisi.