Cantieri, sport, ponte: l’offensiva dell’Italia dei sì

· 19 Maggio 2025


Cari ascoltatori, stasera abbiamo avuto la dimostrazione di come “L’Italia dei sì” non sia solo uno slogan politico: al Consiglio dei Ministri è stato approvato il Decreto legge infrastrutture, fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini, che era una delle priorità nel programma della Lega. Insomma, molto è cambiato rispetto alle precedenti stagioni dei no ideologici, del declinismo, in cui le infrastrutture e la modernizzazione erano viste come attentato a un ambiente naturale astratto e divinizzato “alla gretina”, un concetto lontanissimo dalla concreta tutela di quello reale. Per costoro proteggere l’ambiente significa impedire ogni attività umana, e le infrastrutture sono viste come sentina di malaffare sempre e comunque.

“L’Italia dei sì” è un cambio di paradigma rispetto a questa precedente ideologia portata avanti dai governi della sinistra, con la sua apoteosi nel governo giallorosso. Il provvedimento approvato è strategico per sbloccare i cantieri, sburocratizzare (una parola d’ordine del centrodestra), semplificare i contratti pubblici, attualmente un ginepraio irrispettoso dei soldi dei contribuenti su cui poggiano; e potenziare i trasporti, elemento anche legato ai cantieri, perché alcuni dei disagi di queste settimane sono dovuti alla quantità di opere aperte per rimediare alla vecchia ottica retrograda e antimoderna.

Due esempi concreti che danno l’idea della filosofia di questo decreto legge: i Gran premi di Formula 1 a Monza e a Imola non sono più considerati solo come importantissimi eventi sportivi, ma anche come veri asset di sviluppo per l’economia nazionale. Sono stati stanziati 5,25 milioni di euro per quest’anno e 5 milioni fino al 2032 per la realizzazione dei due eventi, perché il governo ne riconosce la straordinaria importanza come volano economico e come vetrina internazionale per la Lombardia e per l’Emilia Romagna.

Ma la componente più saliente del decreto, perché è finalmente una svolta rispetto a decenni di immobilismo, è il tema del ponte sullo Stretto di Messina: il ministro Salvini ha annunciato che l’avvio dei cantieri, se passeranno gli ultimi step di approvazione, è previsto per l’estate 2025. Oltre al ponte sono previsti 40 km di strade, ferrovie su ambo i lati dello Stretto. Insomma, crolla la retorica del ponte come cattedrale nel deserto e del governo che se ne frega dello stato delle infrastrutture convenzionali: premesso che le condizioni delle infrastrutture è un’eredità dei governi degli ultimi lustri, quasi tutti di sinistra e non votati, il ponte, al contrario, dà il via a un sistema viabilistico e infrastrutturale che dovrebbe riempire di gioia chiunque si è riempito la bocca con lo sviluppo del Mezzogiorno.

Il guaio è che molti di costoro facevano solo retorica meridionalista, non gli interessi dei cittadini del Sud: invece quest’estate gli operai saranno all’opera e si diffonderà già lavoro. È una svolta, è forse dai momenti migliori di Berlusconi, purtroppo troppo isolati, che non succedeva. Altro che slogan, “L’Italia dei sì” è tutto vero.


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