Ci risiamo: anche al Salone del libro provano a cancellare Israele

· 18 Maggio 2025


In questa puntata di Alta Tiratura, Alessandro Gnocchi racconta una tendenza sotto-culturale, anzi  demenziale, che ancora una volta si sta manifestando al Salone del Libro di Torino, dove si trova come responsabile della cultura de Il Giornale. 

“Il libro è sacro, il libro non si censura: eppure, paradossalmente, c’è chi non aspetta altro, cioè il Salone del Libro, per protestare e cercare di censurare. È già successo qualche anno fa con Eugenia Roccella, che non poteva parlare in quanto anti-abortista, ed è quasi successo giovedì, quando un centinaio di pro-pal – quelli che, più che con la Palestina, si schierano con Hamas – si sono recati al Salone con l’intento di sfondare all’ingresso e andare a censurare la presentazione di un libro, secondo loro, anti-palestinese”.

“Questa storia, cioè il tentativo di estromettere Israele dal Salone, è una storia vecchia, l’ho vissuta in prima persona come inviato quando lavoravo a Libero. Nel 2008, Israele era ospite d’onore della kermesse e vedemmo un’alzata di scudi impressionante, da parte della sedicente intellighenzia italiana, perché questo invito venisse ritirato, in quanto Israele era il male assoluto”.

“Furono coinvolti personaggi importanti e io andai seguire una conferenza con Gianni Vattimo e altri nella quale sarebbero stati spiegati i motivi del sabotaggio. L’ospite era Tariq Ramadan, che all’epoca era considerato un grande filosofo dell’Islam moderato, anche se in realtà non era affatto moderato, avendo posizioni come minimo ambigue su tutti i temi della modernità, a partire da come si devono trattare le donne, fino a quale rispetto della legge devono osservare gli immigrati nel Paese in cui vengono accolti. Tariq Ramadan fece il suo discorso: all’epoca era ritenuto molto stimabile, oggi sappiamo che era uno stupratore ed è stato condannato per abusi sessuali. Anche in quell’occasione ci fu un gran trambusto, il quotidiano Libero attivò una raccolta di firme a favore della presenza di Israele al Salone, con un notevole successo, le adesioni furono migliaia”.

“Il fatto è che ognuno può pensarla come crede sulla crisi in Palestina, sulla guerra, su Gaza, ma il libro deve rimanere sacro, è il primo insegnamento che ci ha consegnato la storia, anche quella recente, con i roghi dei libri, da parte dei nazisti ma non solo, perché sono stati distruttori di libri anche i comunisti russi e quelli cinesi, per non parlare di quelli cambogiani”.

“Ogni anno il Salone, che dovrebbe essere la casa del pensiero di tutti, viene regolarmente assaltato da imbecilli che invece devono sempre tappare la bocca a qualcuno, altrimenti non sentono di aver fatto il proprio dovere. Francamente, è una cosa che lascia stupiti”.


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