Cerno: c’è lo zampino della sinistra nel bavaglio europeo

· 17 Maggio 2025


Questa settimana a “Parlando liberaMente”, la nostra intervista con i protagonisti della politica, dell’attualità, del giornalismo, Giovanni Sallusti parla con il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno: eurocrazia, libertà di parola (negata, come racconta la sua stessa esperienza), follie di sinistra e stalinismo woke.

“Per cinque anni ci hanno tormentati dalla mattina alla sera con il green deal, con il pianeta che stava per esplodere sotto i colpi dell’inquinamento del nostro scaldabagno, mentre nessuno diceva nulla sulla Cina, che distruggeva la nostra economia. E poi scopriamo che la presidente della Commissione usa il jet privato per fare 170 chilometri tra Lussemburgo e il Belgio”.

“La contraddizione delle contraddizioni: il primo atto che la Commissione Libe – che dovrebbe chiamarsi Commissione Prigionia Bavaglio Censura – compie nel momento in cui invita dei soggetti a parlare della libertà di espressione in Italia, è censurare un giornalista. Nello stesso giorno Ursula von der Leyen riceve dal tribunale l’ordine di consegnare i messaggi, che ha fatto sparire e che il New York Times ha richiesto, tra lei e Pfizer sul caso Covid. Un’ottima cartina al tornasole di che cosa è oggi per la sinistra il concetto di libertà”.

“La Schlein e Conte hanno ragione, il fascismo è tornato in Italia: ma perché ce l’hanno portato loro, non certo la destra di governo. Se tu dici quello che dice Elly Schlein sei un giornalista libero e democratico, se dici una cosa diversa sei un fascista pericoloso e autoritario, che va zittito”.

“Come? Con le intimidazioni, che sono di vari tipi: un grande scrittore come Antonio Scurati che ottiene  denaro e successo scrivendo della figura di Benito Mussolini (che non conosce neanche molto bene), denuncia presunte censure ma non si capisce da chi, visto che parla da anni liberamente dappertutto e del suo libro si è fatto film e serie tv. Quando un giornale semplicemente lo critica (non lo insulta, né gli attribuisce cose che non ha detto), la prima cosa che arriva in redazione è una lettera dell’avvocato che chiede soldi, perché evidentemente quelli che arrivano direttamente dal Duce non bastano, quindi bisogna prenderli dai giornali che si permettono di dire che non esiste solo la sua voce”.

“Un altro esempio? Un leader di partito, di cui non faccio il nome, di fronte ad articoli del mio giornale che non hanno ricevuto una riga di smentita (e che non l’avranno mai), mi ha detto ‘tanto adesso parlerete con i miei avvocati, e sono tanti, e vedrete che cosa resterà di quel giornaletto’. Poi ci sono le minacce di morte, gli attacchi da parte dei centri sociali, le falangi armate della sinistra di oggi, anarchici e altri soggetti amici di una sinistra violenta che vuole destabilizzare il Paese e tappare la bocca a chi non la pensa come lei”.

“C’è lo zampino della sinistra italiana in questa esclusione e non lo dimostra il fatto che le risposte che gli unici colleghi ammessi, cioè secondo l’Europa gli unici colleghi liberi in Italia, Sigfrido Ranucci di Report e Francesco Cancellato direttore di Fanpage, (che rispetto e di cui condivido il fatto che siano liberi di scrivere quello che vogliono) sono secretate, e lo sono anche le domande, come se fossero interrogatori. E non le si potrà leggere fino a quando l’Unione Europea non avrà deciso come riportarle, in modo da spiegarci che in Italia siamo in un regime, in un Paese come la Cina, che fra l’altro è loro alleata. A porte chiuse, la riunione sulla libertà! Al Parlamento europeo qualcuno aveva sbirciato, e pare che le domande avessero già le risposte, e questo spiega che c’è lo zampino della politica. Chi ha scritto quelle domande sull’Italia? La sinistra che sta in Parlamento e che vota per la Von der Leyen”.

“Questa non è l’Europa, questa è la Corea del Nord, la Corea del Nord è nel Parlamento europeo”.

“Il tema che il vicepresidente Usa J.D. Vance pone è il tentativo di portare le democrazie a governare il popolo senza passare attraverso le elezioni. In Italia abbiamo avuto casi di scuola, per un decennio il Paese è stato governato così, e nei momenti più delicati è stato chiesto ai cittadini italiani un abbassamento del loro livello di vita, del loro livello di libertà. Vance lo sa perché in America hanno cercato di mandare in galera Trump con una storia che è stata raccontata per vera. Ma poi gli americani, che vedevano con i loro occhi, hanno risposto con il voto, dicendo: voi vivete su Marte, Musk vi troverà già là”.

“L’unica forza politica liberale rimasta in questo continente è il centrodestra. La sinistra manda i suoi sgherri in piazza a menare la polizia e poi dice che la polizia è violenta e che il governo è fascista, li manda a imbrattare le tombe dei caduti di altri momenti storici e di altre idee politiche, ma io non ho mai visto uno che venga da quella destra, che loro chiamano fascista, fare una cosa del genere su un monumento della sinistra italiana”.

“Io mi batto per dire agli italiani che la libertà, con tutti i difetti e le crepe della democrazia, grazie alla quale si può sperare in un futuro che non diventi monocolore, monopensiero, monoalfabeto, politicamente corretto, con la bocca tappata, sta a centro-destra. E che la sinistra che negli anni ’70 era questo, oggi è diventata fascista rossa”.

“Ed è gente ignorante, perché mentre i loro padri e i loro nonni studiavano la storia, se si osserva bene il dibattito italiano di oggi, anche nel Partito Democratici tutti quelli che conoscono la storia sono stati messi a tacere, pensate a Piero Fassino: conosce bene i temi del Medio Oriente, a differenza di questi di oggi, ma è stato sostanzialmente silenziato”.

“La mia storia nasce nell’alveo del progressismo, quando questa espressione aveva un senso, e del Partito Radicale di Pannella; e fra le contraddizioni della terra di confine da cui provengo, il Friuli Venezia Giulia. Un pezzo della mia famiglia è stata uccisa nelle foibe. Assieme al senatore Roberto Menia, esponente della destra triestina che rispetto e stimo, siamo riusciti a trasformare i migliaia di morti italiani di quella terra – dimenticati perché comunisti e democristiani avevano l’accordo che la guerra finiva e di queste cose non si parlava più – in monumento nazionale alle vittime dei partigiani rossi, titini. E adesso ci troviamo questo lordume dei centri sociali italiani in piazza a dirci che quelli sono i fascisti e ci troviamo le bandiere dei comunisti titini, assassini e criminali, alla festa del primo maggio a Trieste. Io da italiano mi vergogno”.

“Sono convinto che le democrazie debbano lasciare al cittadino la possibilità di pensare con la propria testa, esercitandola nel voto. E che lo Stato debba starci più lontano che può, lo dico anche alla destra che governa: più lontano sulle tasse, più lontano sui doveri, più lontano sullo Stato etico. Lo dico proprio perché ho visto da sinistra entrare nelle case non i servizi che lo Stato deve dare al cittadino perché sia libero, ma le idee che vuole inculcargli”.

“Io ho sentito questa frase: sono i Marco Biagi quelli che noi non vogliamo, non i fascisti, perché quelli li conosciamo e non contano niente; sono i Marco Biagi che fanno saltare il nostro sistema di valori. Dentro a questa frase c’è quello di cui una democrazia si deve liberare, il concetto dell’intimidazione e l’assenza della possibilità di dialogo tra forze diverse per arrivare alle riforme. Oggi in Italia il riformismo non può esistere, perché la base del riformismo è la dialettica, idee diverse che in Parlamento trovano sintesi. Invece oggi c’è rivoluzionarismo, la sinistra vuole fare a botte con gli italiani che hanno dato una maggioranza agli “altri”, offendendoli, intimidendoli e cercando di tornare al governo senza vincere delle elezioni”.


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