Il Mes serve a tener vive le banche francesi e tedesche

· 14 Maggio 2025


Per la rubrica “Gli scorretti”, un antidoto al luogocomunismo, Giulio Cainarca discute con Carlo Cambi dei temi della contemporaneità e fra questi del resuscitato Mes, di cui abbiamo parlato in questi giorni.

“L’unico governo stabile oggi in Europa, con un consenso popolare rilevante, è il governo italiano, che però ha il problema di essere dissonante rispetto al mainstream e agli eurocrati. Un secondo problema è che Francia e Germania stanno facendo debito pubblico in maniera sconsiderata. Macron ha portato quello francese a 3.300 miliardi, il 100% di il Pil, una quota mai raggiunta. I tedeschi nei primi tre mesi del 2025 hanno accumulato un debito aggregato (Stato più famiglie, più aziende) di 1.700 miliardi, ed è in aumento. E la Germania è un Paese dove la parola “debito” ha lo stesso significato di “colpa” o “peccato”.

“Quindi entrambi i Paesi hanno bisogno di quello strumento per consolidare le loro banche; e contemporaneamente spingere l’Italia con un artificioso rialzo dello spread – come hanno fatto ai tempi di Berlusconi e Tremonti per cacciarli – a chiedere il Mes. In quel momento noi avremo finito di governare, perché le regole saranno stringenti e non saranno quelle del patto di stabilità, ma quelle del regolamento Mes. Attenzione: il Mes non è uno dei patti europei, ma è un accordo intergovernativo, tant’è vero che riguarda soltanto l’Eurogruppo, cioè i 20 Paesi che hanno adottato la moneta unica”.

“Insomma, rimettere in pista la polemica sul Mes serve a ottenere due cose: da una parte tranquillizzare i governi che si stanno indebitando sul fatto che non dovranno intervenire loro direttamente sulle banche; dall’altra mettere per via economica al governo italiano il bavaglio che non riescono a mettere per via giuridica – come hanno fatto con la Le Pen, come hanno fatto con la Romania e come cercheranno di fare con la Polonia”.


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