Un Papa pacificatore, non banalmente pacifista

· 8 Maggio 2025


Papa Leone XIV si presenta come il Papa della pace disarmata e disarmante perché il cristiano è un pacificatore, non un pacifista: un’idea che apparteneva anche a Giovanni XXIII, ricorderete l’enciclica “Pacem in terris”: lo vedremo molto attivo nel mondo con la diplomazia vaticana e crediamo farà pesare la voce della Chiesa davanti ai conflitti globali, a una “terza guerra mondiale a pezzi”.

Il suo non è stato un saluto alla piazza, è stato un vero e proprio discorso programmatico. Sarà un pontificato evidentemente proiettato nel mondo, ma che vuole però un ritorno alla fede: Papa Leone ha subito parlato molto di Dio, della lieta notizia dell’amore di Dio, e questo indica una grande spiritualità. Prevost, infatti, ha ricordato con orgoglio di essere un agostiniano, e viene da pensare a quello che Agostino scrive nelle sue confessioni, “ci hai fatti per noi, Signore, e il nostro cuore è trepido fino a che noi non riposiamo in te”: ci pare segnale di un Pontificato con meno fughe in avanti mondane, rispetto all’opera di Francesco. 

C’è anche un dettaglio da sottolineare, bellissimo a nostro parere, l’Ave Maria recitata all’inizio, non ricordiamo di averla mai sentita nelle parole di un Papa appena eletto, ma ha un senso preciso, perché proprio oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, voluta da Leone XIII.

Sarà un Pontificato interventista per quanto riguarda la pace: anche il fatto che lui abbia cominciato con “la pace sia con voi”, e “la pace disarmata e disarmante”, mostra un Pontefice che si muoverà sullo schiacchiere mondiale, che non ha intenzione di restare chiuso in Vaticano solo a benedire e baciare bambini. Questo Papa si presenta con il nome del suo predecessore, Leone XIII, l’uomo che cominciò a dialogare col mondo, che cominciò a muoversi e a intuire la portata globale della Chiesa: sembra l’annuncio di un Pontificato ambizioso e di ampio respiro, con al centro della sua missione la spiritualità e la pacificazione mondiale.

Ci aspettiamo che un Papa così a Donald Trump non vada molto a genio. Ma può essere una risposta geopolitica della Chiesa a un presidente che non manca di manifestarsi come l’unico o il principale protagonista della vita pubblica mondiale: la Santa sede risponde con un Papa suo connazionale, che è stato missionario, che non è un conservatore, e probabilmente non mancheranno le scintille. Ma con l’idea di una pace “disarmata e disarmante”, la Chiesa si candida a svolgere una funzione di mediatrice nel mondo che può aiutare anche The Donald, nel caso in cui volesse continuare, per esempio, a tentare una pacificazione tra Russia e Ucraina.


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