Il 25 aprile di Formigli non è sobrio: “Trump è fascista”

· 25 Aprile 2025


Cari ascoltatori, siamo al giorno dell’eterno ritorno, il rito del 25 aprile, le cui premesse ideologiche quest’anno sono particolarmente scoppiettanti. Infatti, dietro la celebrazione storica della liberazione dal regime nazifascista, che è un momento importante per tutti gli spiriti liberi, il mainstream di sinistra e del mondo antagonista insegue senza sosta i suoi fantasmi attuali: una caccia al fascismo perenne, peggiorata da quando al governo c’è il centrodestra, per cui gli riesce più facile vedere gerarchi dappertutto. Quest’anno il clima di sbronza ideologica è molto intenso, tanto da farci pensare che quell’invito alla sobrietà (politicamente rinunciabile e comunque irrilevante) che ha scatenato polemiche , forse non è fuori luogo, di fronte all’ubriacatura di cui stiamo parlando: di quest’ultima uno spettacolare esempio s’è visto ieri sera a Piazza Pulita, su La7.

Ad esporsi in prima persona è stato lo stesso conduttore Corrado Formigli che, nel mezzo del suo format tutto sdraiato a sinistra, si è lanciato in questa analisi: “Per me Trump è un nuovo fascista; tendenzialmente un nuovo fascista, un autocrate che sta facendo a pezzi il sistema democratico negli Stati Uniti”.

Ora, di fronte a una tale corbelleria è meglio mettere un po’ di ordine. Il presidente degli Stati Uniti (quello che per Formigli è fascista) può piacere o meno, ma è alla guida della più grande democrazia al mondo: un Paese fondato sulla Dichiarazione di indipendenza, che prevede diritti individuali inalienabili tanto da precedere la politica; un Paese costruito sulla Costituzione, anzi in primis sul Bill of Rights, in cui si definisce la priorità ontologica dell’individuo rispetto allo Stato; il Paese che ha addirittura il Secondo emendamento, quello che stabilisce il diritto dei cittadini di detenere armi. Questo emendamento fu pensato perché gli Usa sono una nazione nata contro un re tiranno e che viveva nello spettro che il tiranno potesse tornare: per cui che i cittadini potessero essere armati era una misura contro quel pericolo. Voi ce lo vedete Mussolini contento che gli italiani avessero in casa un’arma per potersi opporre alla dittatura?

Sul tema dell’amministrazione, Trump ha dichiarato guerra alla “bestia” dello Stato (che già in America è molto più leggero del nostro) e della sua burocrazia, per esempio con l’azione del Doge, alla cui testa c’è Elon Musk, che ha l’incarico di tagliare interi rami dell’apparato pubblico, in un’ottica liberista, reaganiana, di presidio delle libertà individuali. Mussolini fece l’esatto contrario, fino a sintetizzare il fascismo nell’aforisma “tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato”…

Il controsenso finale nell’uscita di Formigli sta nel fatto che per lui il nuovo fascista è il leader della nazione cui più di tutte noi stessi dobbiamo la libertà che festeggiamo oggi. La libertà di celebrare anche da un pulpito falsissimo come quello da cui sventolano la bandiera palestinese o di Che Guevara. Di certo oggi non troverete nelle piazze la bandiera a stelle e strisce, mentre è soprattutto agli Alleati e alle loro armate che si deve la liberazione, e fra essi lo stesso Winston Churchill riconobbe il primato degli Usa.

Per Formigli tutto questo non vale niente, il fascista moderno è il presidente del Paese che ci ha liberato: se non è sbronza ideologica questa… In effetti un filo di sobrietà non guasterebbe.


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