Il 25 aprile facciamolo vero: celebriamo gli alleati
Giovanni Sallusti · 23 Aprile 2025
Cari ascoltatori, una grande qualità della sinistra italica è volgere sempre la tragedia in commedia o il momento solenne in momento farsesco. Non fanno eccezione la scomparsa di Papa Francesco e i giorni di riflessione che ne conseguono: anche la vicinanza con il 25 aprile è diventato un pretesto per la loro stucchevole cagnara. E il pretesto è la dichiarazione del ministro della Protezione civile Nello Musumeci, il quale ha ribadito che durante i cinque giorni di lutto per la scomparsa del Papa (molti eventi sono stati sospesi) le cerimonie attinenti alla Liberazione sono confermate, ma raccomandando la sobrietà che la circostanza impone.
È un’ovvietà che con la politica non c’entra neanche, e invece i resistenti immaginari sono scattati in piedi: in prima fila tra gli antifascisti in assenza di fascismo c’è il “compagno Tesla” Nicola Fratoianni di Avs, che ha denunciato una “allergia alla liberazione dal fascismo e dal nazismo” che “traspare da chi in questo momento occupa Palazzo Chigi”. Il suo co-leader Angelo Bonelli (sono proprio come Totò e Peppino), forse ingelosito, ha rincarato: “Non è una festa in discoteca o un happy hour, ma il giorno in cui si ricorda la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, grazie alla Resistenza che ci ha poi condotti alla democrazia” (ovviamente hanno fatto tutto loro, gli Alleati non sono esistiti). Si è scandalizzato anche Riccardo Magi: “Meloni ha mostrato talmente tanta sobrietà che ha deciso di organizzare un viaggio in Uzbekistan invece che celebrare la Resistenza”. L’occupatrice antifascista di case Ilaria Salis si esibisce così: “Che i postfascisti si permettano di invitare alla sobrietà per il 25 aprile si commenta da sé: giù le mani dalla Liberazione”.
Insomma un grande stracciamento di vesti per una dichiarazione normale, dopo che le celebrazioni sono state confermate, mentre altri eventi sono stati spostati o cancellati. Allora noi rilanciamo: signori, benissimo, non è necessario un 25 aprile sobrio, ci accontentiamo di un 25 aprile autentico, credibile e storicamente fondato. Cominciamo con l’esporre in piazza le bandiere dei veri liberatori: quella a stelle strisce degli Stati Uniti d’America, la Union Jack del Regno Unito, l’acero canadese, la bandiera neozelandese, la bandiera dell’eroico contingente polacco, la bandiera della brigata ebraica.
Potremmo poi scendere in piazza (come invece accade in ogni occasione di cagnara ideologica) senza ostentare la bandiera palestinese e i simboli della Palestina: giusto ricordandoci che l’allora Gran Mufti di Gerusalemme, leader religioso palestinese, era un dichiarato alleato di Hitler, con tanto di battaglione musulmano nelle SS e foto dello stesso Gran Mufti insieme con Hitler. Legare la causa palestinese alla liberazione è un falso storico.
Potremmo poi non inondare le piazze di bandiere rosse con falce e martello che non c’entrano niente con i liberatori dell’Italia. L’armata rossa “liberò” mezza Europa dal nazismo, ma per farla subito ripiombare in un altro orrore totalitario di segno opposto. Noi, per fortuna, come il resto dell’Europa occidentale, siamo stati liberati dagli Alleati anglo-americani, grazie ai quali siamo poi cresciuti, abbiamo sviluppato i nostri Paesi, le nostre economie, i nostri percorsi di vita, in un mondo libero.
Vogliamo lasciare stare la sobrietà e festeggiare alla grande? Facciamolo in nome della verità e sbaracchiamo tutto questo tarocco ideologico. Ricordiamo che la guerra di liberazione dell’Italia costò al contingente alleato, anzitutto alla Quinta armata americana e all’Ottava armata britannica, circa 350mila perdite. Ricordiamo certamente anche l’indubbio eroismo delle formazioni partigiane, ma ricordiamo anche che alcune di esse volevano quel che voleva Mosca, buttare giù il nazifascismo in nome di un nuovo totalitarismo, mentre altre no. Tutte si diedero con eroismo, ma tutte furono militarmente ininfluenti. Noi siamo stati liberati dagli anglo-americani.
Non facciamolo sobrio, festeggiamolo alla grande: ma il 25 aprile vero.