E già si odono rosicamenti da Marte: è la sinistra
Giovanni Sallusti · 18 Aprile 2025
Cari ascoltatori, questa mattina possiamo dire che Elon Musk è stato sconfitto: c’è chi è arrivato su Marte prima di lui. Anzi, ci sono arrivati in massa: si tratta delle opposizioni italiane e soprattutto dei loro commenti all’incontro della premier Giorgia Meloni con Donald Trump. Esiste un livello fisiologico di polemiche e di faziosità politica; oltre, tipo oggi, si parte per lo Spazio, si oltrepassa la Luna, ci si lancia verso il Pianeta rosso. Mettiamo allora in fila alcune posizioni extraterrestri, che si spiegano con un misto di rosicamento per il successo politico della Meloni e del governo e il vecchio tic antiamericano che l’avvento di Trump ha riscatenato.
Elly Schlein: “Meloni si è impegnata ad aumentare la spesa militare, a far investire 10 miliardi alle imprese italiane negli Usa, quando non ne ha trovato ancora uno per tutelare quelle colpite dai dazi. In cambio pare abbia ottenuto solo una visita di Trump in Italia”. Ora, è legittimo che a Elly stiano sulle balle la Nato e il rinforzo del contributo italiano. Ma è extraterrestre sostenere che Trump verrà a Roma praticamente a fare una scampagnata con foto davanti al Colosseo, quando con la visita del presidente Usa andrà in scena la macrotrattativa sulla politica commerciale tra Stati Uniti, Unione europea e capi di Stato del continente. Questo è il modo di affrontare il problema dei dazi, e vale anche per le nostre aziende, imbastire un ponte Europa-America: cosa ben diversa dalla vecchia politica dei bonus, la mancetta per dare ristoro un paio di settimane, cioè la vecchia ideologia assistenzialista della sinistra a spese dei contribuenti.
E Giuseppe Conte? “Trump-Meloni 2 a 0. Più spese militari e più gas dagli Stati Uniti, il tutto a caro prezzo per le tasche degli italiani. In compenso Meloni non ha ceduto alcun pezzo del Colosseo” (battuta immaginiamo faticosamente studiata con Rocco Casalino), “penso che agli italiani convenga travestirsi da Trump per ottenere qualche misura da Meloni. La visita di Meloni è stata un insuccesso”. A dire queste cose è l’uomo che da presidente del Consiglio disse che Cina e Stati Uniti sono pari: oggi sentiamo un certo odore di invidia…
E poi c’è Nicola Fratoianni, una vita nell’estremismo di sinistra antiamericano: “Ho come l’impressione che più che la presidente del Consiglio, Meloni abbia fatto la cameriera al pranzo con Trump. Molto male per l’Italia e per la Ue”. Un cenno al rispetto della grammatica istituzionale, poi lo mettiamo da parte: se un esponente del centrodestra avesse detto che una presidente del Consiglio di sinistra, per di più donna, ha fatto da cameriera a qualcuno, sarebbe stato linciato a talk politicamente corretti unificati. Invece Fratoianni su Meloni può dirlo, e parliamo di uno che ha passato la vita a fare il cameriere ai più orrendi regimi comunisti, da Cuba alla Cina.
Angelo Bonelli deve essersi sentito scavalcato dal suo socio (lui e Fratoianni sono come Totò e Peppino) e si è lanciato in orbita a sua volta: “Italia svenduta da Meloni”, a caso, senza neppure cercare di argomentare. Non fa di meglio Riccardo Magi di +Europa: “La premier si è inchinata alle post verità di Trump”, senza dire quali sarebbero.
Ieri tra Meloni e Trump si è parlato di politica commerciale, di geopolitica, del legame transatlantico; Trump ha detto che l’Italia governata dal centrodestra è il principale alleato degli Stati Uniti in Europa. Checché ne dicano su Marte, sulla Terra rimane un’ottima notizia.