Per la Corte britannica i sessi sono due: Woke ko!
Giovanni Sallusti · 16 Aprile 2025
Cari ascoltatori, dal Regno Unito è arrivata una notizia confortante, dal cuore della civiltà anglossassone che ha figliato e sostanziato l’idea di libertà individuale, anche se poi ha anche ha figliato e sostanziato, su entrambe le sponde dell’Atlantico, l’ultima ideologia che attacca la libertà individuale, cioè il wokismo, il conformismo politicamente corretto. Il wokismo ha poi dilagato in Europa; ma oggi, da quando Donald Trump ha vinto le elezioni, è in arretramento.
Oggi accogliamo con gioia il segnale anti-woke che arriva da una delle massime autorità della Gran Bretagna, la Corte Suprema, la quale ha stabilito che le persone transessuali e transgender non possono essere definite legalmente donne. La sentenza riguarda una diatriba sul modo di intendere la definizione di donna nella legge britannica sulle pari opportunità: giudici uomini e donne, all’unanimità, hanno chiarito che questa definizione è da intendersi riferita alle persone nate biologicamente di sesso femminile.
I cinque giudici della Corte, ha chiarito il giudice Patrick Hodge, “hanno stabilito all’unanimità che i termini ‘donna’ e ‘sesso’ nella legge sulle pari opportunità si riferiscono a una donna biologica”, a un dato di realtà cromosomico reale, non mutevole né intercambiabile in base alle paturnie ideologiche. Nella stessa sentenza la Corte ha aggiunto, questo è il cuore filosofico del problema, che “il concetto di sesso è binario”: una bestemmia per i fanatici lgbtq eccetera, quelli della fluidità come unica forma in cui si dà l’umano, per cui i generi sono moltiplicabili all’infinito in base ai propri desideri. Ricordiamo che Facebook, prima della svolta trumpiana di Mark Zuckerberg, era arrivato a conteggiare 56 generi fra cui scegliere il proprio, in pratica una desessualizzazione dell’umanità.
La Corte Suprema del Regno Unito ha cancellato tutto questo e ha ripristinato la realtà: esistono il sesso maschile e il sesso femminile, è un’ovvietà, ma rivoluzionaria rispetto alle astrazioni dell’ideologia, alla neolingua costruita sulla negazione di questo dato basilare. Le associazioni femministe hanno gioito, per esempio “Women for Scotland” e “Sex matters”, perché difendono la preservazione del femminile dalla sua negazione o edulcorazione, e si sono ostinate a sostenere che il sesso è reale: secondo loro le truppe arcobaleno sono antifemministe, perché negano che il sesso è binario.
Questi gruppi hanno anche il sostegno della grande scrittrice J. K. Rowling, autrice di Harry Potter, donna di sinistra e femminista storica, che da tempo conduce una battaglia anti-woke e anti-antirelativismo sessuale: per questo è stata più volte stigmatizzata dal conformismo politicamente corretto, anche in modi non esattamente dialettici. La Rowling ha detto: “Sono orgogliosa di voi, la sentenza della Corte suprema protegge i diritti delle donne e delle ragazze in tutto il Regno Unito, i diritti a essere riconosciute come donne e come ragazze”.
Questo ovviamente non c’entra nulla con gli orientamenti sessuali, che sono tutti leciti se esercitati tra adulti consenzienti, una libertà che va assolutamente tutelata; ma si tratta, appunto, di orientamenti sessuali, che non definiscono il sesso biologico di appartenenza. E infatti, la Corte suprema britannica ha anche ribadito che la sentenza non toglie protezione alle persone trans dalla discriminazione sulla base del cambiamento di sesso: i diritti individuali, la libertà inalienabile degli stili di vita e delle scelte sessuali restano ovviamente intoccabili.
Quel che è cambiato è che finalmente è certificato che l’uomo è l’uomo e la donna è la donna: musica per le orecchie di chiunque non abbia abdicato alla realtà.