Flop islamico a Monfalcone, è isteria tra le anime belle

· 16 Aprile 2025


Cari ascoltatori, registriamo vari attacchi isterici delle anime belle dopo il clamoroso crollo di Italia plurale, cioè Italia islamica, la lista che ha partecipato alle elezioni comunali di Monfalcone che ha come gran visir Aboubakar Soumahoro. Ricordiamo che Soumahoro si presentò alla politica come paladino dei dannati della terra, poi si scoprì che non lo era poi tanto e che faceva un uso disinvolto della questione dei migranti, tant’è che gli stessi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli gli hanno indicato l’uscita del loro partito.

Tornando a Monfalcone, dove il candidato di Italia plurale era il senegalese Bou Konate, è noto che la presenza di enclave straniere di religione islamica è massiccia, che la più numerosa è quella bengalese, e che tutti loro si portano dietro le loro istanze culturali, tipo le ragazze mandate a scuola con il velo, in barba alle nostre prassi. Ebbene, come abbiamo titolato ieri, “Maometto si è fermato a Monfalcone”, perché la lista si è schiantata al 2,94%, Bou Konate non entra neppure in Consiglio comunale, e con essa si è dissolta la speranza dei multiculturalisti, dei buonisti portatori dell’utopia diversitaria, come l’ha definita il sociologo canadese Mathieu Bock-Côté, il culto acritico di tutto quello che è altro; se poi è l’altro è islamico, l’innamoramento è doppio.

Le reazioni al fatto compiuto sono state surreali. Soumahoro per primo, padrino del progetto politico: “A Monfalcone abbiamo detto ai nostri figli che non dovranno portare il gravoso fardello dei diritti limitati, ma che sono liberi come tutti di sognare e diventare ciò che desiderano. Ringrazio coloro che hanno creduto in questo progetto, è una vittoria”. Ora, non sappiamo se siano così libere, come dice Soumahoro, le figlie che vengono mandate a scuola con il velo integrale; e l’inversione della rovinosa sconfitta in una dichiarazione di “vittoria” è anche la sconfitta del valore aureo del silenzio.

L’Ucoii, nella persona del presidente Yassine Lafram, si è scomposta anche di più e se l’è presa con il sindaco di Monfalcone uscente Anna Cisint, oggi europarlamentare della Lega: per lui sui tratta del “risultato di una campagna elettorale che ha saputo intercettare le paure e le insicurezze di una parte della popolazione, alimentando un clima di divisione e contrapposizione”, dimenticando che “una parte” è il 70% e che ad alimentare la contrapposizione è chi sul territorio italiano mantiene pratiche e costumi opposti alla cultura e a volte alla legge italiana. E poi l’attacco diretto a Cisint: “La sua mediocrità politica è stata evidente nel suo approccio divisivo e nel suo fallimento nel promuovere una vera integrazione”.

In realtà è avvenuto il contrario: è stata solo Cisint a promuovere una vera integrazione, all’interno dei nostri valori, delle nostre leggi, della Costituzione, che non prevede per esempio che la donna sia subordinata all’uomo o che la confessione d’appartenenza si faccia politica, che il peccato si faccia reato. Piuttosto, ha incentivato l’integrazione attraverso il lavoro, la scuola, il riconoscimento reciproco, ha combattuto la resa culturale, la sottomissione, i comportamenti illegali.

Infine, la reazione più bizzarra e anche più contrariata si trova sul “Buongiorno” quotidiano di Mattia Feltri in prima pagina su La Stampa: “L’ex sindaco Cisint è felice di aver rimandato al mittente la lista immigrata, ma, dice, rimane un problema di islamizzazione. Quello che Cisint però non coglie è che, presentandosi alle elezioni, la comunità si è inchinata alla legge laica italiana, e sarebbe dunque stato meglio che la lista andasse bene”. Parliamo di una lista voluta da un personaggio come Soumahoro, ambigua sulla poligamia, e di un candidato che, a proposito di patriarcato, ha mostrato spesso un approccio alla donna fortemente misogino (per esempio nei confronti di una giornalista che voleva intervistarlo); una lista che non era affatto chiara sul riconoscimento dei valori, della Costituzione, delle leggi italiane. Davvero era meglio che andasse bene? La disfatta del partito islamico li ha mandati veramente in confusione.


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